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Pallavolo Storie – Il futuro del volley femminile secondo Maschio e Polo, i 2 presidenti dell’Imoco Conegliano

Maurizio Maschio (67 anni) ed Enrico Polo (70), presidenti di Imoco Volley, hanno conquistato 29 trofei in poco più di un decennio, rendendo il club un simbolo della pallavolo femminile italiana. In un’intervista di quasi due ore realizzata da Giovanni Armanini per ilnordest.it, i due imprenditori hanno discusso il presente e il futuro di uno sport identitario ma economicamente fragile, tra successi sportivi, investimenti e sfide per la sostenibilità.

Un modello di successo, ma non autosufficiente
Imoco Volley è un esempio di gestione illuminata: oltre ai trofei, il club ha investito in centri sportivi e strutture tecniche, coinvolgendo sponsor del territorio. Tuttavia, la sostenibilità economica rimane un miraggio. «Non c’è mai stato un anno in cui abbiamo speso meno», spiegano Maschio e Polo, sottolineando come il costo di una giocatrice top sia sestuplicato in otto anni. Il loro impegno è sostenuto dalle rispettive aziende, in un mecenatismo che evita gli eccessi del calcio. «Finché ci saremo, andremo avanti, ma la pallavolo femminile non raggiungerà mai il pareggio di bilancio», ammettono, evidenziando che i trofei e le emozioni ripagano gli sforzi. Dubitano, però, che i loro figli possano proseguire senza il supporto aziendale.

Le leve economiche: limiti e opportunità
Le entrate di una società sportiva si basano su biglietti, sponsor e diritti tv. Imoco ha scelto prezzi popolari per i biglietti, puntando sulla visibilità più che sui ricavi da matchday. L’arrivo di stelle come Gabi (brasiliana) e Zhu (cinese) ha aumentato l’audience internazionale del 35%, ma i diritti tv, pari a 2 milioni di euro per 14 squadre, sono insufficienti. La Lega Volley Femminile (LVF) valuta i social media come alternativa allo streaming a pagamento, ma Maschio è scettico: «Potrebbe essere la strada giusta? Vedremo».

Verso una competizione internazionale
Per il futuro, i presidenti sognano un torneo europeo con le migliori squadre, incluse russe, polacche e greche. «I palazzetti si riempiono con le superstar», dice Maschio, ricordando un incontro a San Vendemiano con altri club di vertice. Coordinare realtà diverse è complesso, ma un torneo internazionale potrebbe attrarre pubblico e sponsor, senza incidere troppo sui costi di trasferta. Il calcio e il basket insegnano che l’internazionalizzazione è una sfida ardua, ma potrebbe essere la chiave per il volley.

Non solo budget
Polo respinge l’idea che i successi di Imoco dipendano solo dalle risorse: «I nostri budget sono in linea con gli altri». Il modello del club si distingue per la visione imprenditoriale e il legame col territorio, a differenza di realtà come i consorzi di Treviso nel calcio e basket, che mostrano segni di fatica. «Serve una famiglia che guidi l’iniziativa», sottolinea Polo.

Un futuro incerto
Esisterà un’Imoco sostenibile senza i fondatori? «Un competitor parla di pareggio di bilancio, ma noi ci crediamo poco», confessano. La dipendenza dalle aziende sembra inevitabile, ma il modello Imoco, fatto di passione e successi, rimane un punto di riferimento. Il futuro dipenderà da nuove strategie per i ricavi e da una visione condivisa per il volley femminile.