Un’estate di successo e un futuro ancora tutto da scrivere. Ekaterina Antropova, intervistata da Diego De Ponti per Tuttosport, si gode un meritato riposo dopo aver conquistato, alla sua prima partecipazione, la medaglia d’oro ai Campionati Mondiali. Un trionfo vissuto in un ruolo particolare, quello di riserva di lusso, sempre pronta a entrare in campo su richiesta del CT Julio Velasco. Kate la grande interprete del “doppio cambio” si gode un “doppio oro” Olimpiade e Mondiale, che profuma di storia
Emozioni – Riflettendo sul Mondiale, Antropova confessa di aver provato “emozioni assurde, incredibili”. A differenza delle Olimpiadi di Parigi dell’anno precedente, ha vissuto questa competizione con maggiore consapevolezza. “Forse perché qui l’ho vissuto in maniera più consapevole. Alle Olimpiadi non ero ancora così pronta a vivere appieno quello che stava avvenendo,” spiega. Un’immagine che porterà sempre nel cuore è “la nostra esultanza dalla panchina nei momenti più caldi della finale”.
La vittoria rappresenta “il coronamento di un’estate di lavoro e di crescita, sia come squadra che a livello personale”. Le ultime due partite del Mondiale hanno dimostrato che “questa crescita è tangibile e che sono pronta per fare quello che mi viene chiesto”. Anche quando le cose non vanno come vorrebbe, torna in panchina con una “consapevolezza diversa rispetto a prima”, frutto del lavoro con il suo mental coach.
L’approccio alla Nazionale – Alla domanda se Velasco abbia dovuto convincerla ad accettare il ruolo di riserva, Antropova risponde con fermezza: “Non c’è bisogno di convincere per giocare in Nazionale. Se la squadra ha bisogno di me, faccio quello che mi viene chiesto. Posso andare in panchina, fare il libero o altro. Ma io ci sono”. Il suo approccio è semplice: “allenarmi e andare in campo facendo il meglio e spingere al massimo”.
La “paura” positiva – Sul campo, ammette che la “paura” c’è sempre, ma la interpreta in senso positivo: “intesa come un qualcosa che è importante come stimolo”. La sua mental coach le ha insegnato a vederla come un segnale che “il nostro corpo si prepara all’azione. È un sentimento che attiva la nostra reazione positiva”.
Talenti ammirati – Durante il torneo, Ekaterina è rimasta ammirata da diverse giocatrici. “Melissa Vargas in finale ha fatto qualcosa di incredibile,” dice, elogiando la sua precisione. Ha poi sottolineato l’importanza del rientro di Eda Erdem per la Turchia, definendola “un capitano vero che fa la differenza”. La brasiliana Gabi è un altro modello per la sua “abilità” nel rimanere lucida fino alla fine, mentre ha lodato l’intensità e il “cuore” del Belgio di Britt Herbots.
Scelte future – Alla domanda sul suo futuro, Antropova si dichiara troppo pragmatica per guardare al 2028, concentrandosi sul presente. Per quanto riguarda la sua decisione di rimanere a Scandicci, a differenza di Orro e Sylla che hanno scelto di andare all’estero, ammette che giocare fuori confine “mi incuriosisce” e “arricchisce una giocatrice”. Tuttavia, si dichiara contenta di continuare con la sua società per quella che sarà la sua quinta stagione, pronta a vivere l’anno con il massimo impegno. In campionato ritroverà proprio Britt Herbots come avversaria, in quella che si preannuncia una “bella sfida”.