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Pallavolo FIVBMensWCH – Simone Giannelli: “Con il Belgio ci saranno anche momenti difficili, ma noi dobbiamo giocare la nostra pallavolo e vedere cosa succederà

A due giorni dal match da “dentro o fuori” contro il Belgio, il capitano azzurro Simone Giannelli ha incontrato i media presenti nelle Filippine per seguire la rassegna iridata. Un momento di confronto e di approfondimento, con uno dei diversi campioni uscenti presenti nel roster di De Giorgi per cercare un risultato sul podio o chissà…

Simone, uno dei tanti momenti importanti di una carriera al massimo livello. Dopodomani giochiamo i quarti di finale del Mondiale. Tu ti ricordi quello che provavi nell’edizione precedente, in cui hai guidato l’Italia fino all’Iride. Adesso che sensazioni hai, simili o diverse?
Come all’epoca non voglio avere sensazioni. Voglio solo pensare a quello che c’è da fare nel campo, per cercare di essere tutti quanti performanti al nostro massimo, cercare di fare una bella pallavolo al di là di quello che succederà e quello che fanno gli altri, ma cercare di focalizzarsi su noi stessi, che è quello che abbiamo sempre fatto in questi anni. Penso che la cosa importante non sia ricercare determinate emozioni, ricercare similitudini, perché quello si serve a poco. La cosa che serve è focalizzarsi su quello che c’è da fare di concreto e poi cercare in tutti i modi di farlo in campo per giocare una pallavolo di buon livello.

Ieri (contro l’Argentina ndr) avete dato una dimostrazione che state raggiungendo questo buon livello.
Sì, contro DeCecco e compagni è stata una bella partita. Secondo me abbiamo giocato bene, l’abbiamo interpretata bene, ma soprattutto l’abbiamo interpretata con questa qualità qua. Quindi cercare di pensare alle nostre cose senza pensare a chi c’è di là, perché ovviamente stiamo giocando un Mondiale e abbiamo visto tutti quanti che il livello è molto alto. Anche le squadre che una volta erano un po’ più sotto, adesso il livello si è super uniformato, quindi conta molto pensare, prima di guardare chi c’è di là, a cosa fai tu in campo. Ieri (domenica ndr) l’abbiamo fatto, siamo tutti contenti. Penso che anche adesso non dobbiamo soffermarci troppo sul ieri, perché poi sarà una nuova partita contro il Belgio e non è detto che succederà, che andiamo in campo e spacchiamo tutto. Però io penso che dobbiamo essere pronti a qualsiasi cosa succeda. Andare in campo e, al di là di cosa gli altri fanno, andare nella propria strada per poter poi cercare di vincere la partita.

Nella prima partita contro il Belgio, cosa è successo?
Ci sono state delle cose tecniche che secondo me non abbiamo fatto al nostro meglio e quelle cose li dobbiamo cercare di, innanzitutto, di capirle. Prima di migliorare qualcosa bisogna capire cosa migliorare. Cercare di scoprirle, io avrei già un’idea, dopodiché metterla in pratica e migliorarla. Sicuramente io penso che non abbiamo giocato una delle nostre migliori partite contro il Belgio. Non abbiamo neanche giocato male, però.
Perché poi dobbiamo essere attenti anche a quello, no? E’ stata una partita che stavamo perdendo per 2-0, siamo stati bravissimi a ribaltarla e andare due pari. E poi abbiamo perso di due punti. Quindi bisogna anche stare attenti a questa cosa qua. Non abbiamo giocato al nostro massimo, ma comunque abbiamo giocato bene e il Belgio è stato bravo. Questo ci fa capire che andremo a giocare una partita tosta contro una squadra tosta.

Questo mondiale che ha tante soste, il che è un po’ anomalo in grandi manifestazioni, solo le Olimpiadi si giocano così, che oerò hanno il primo girone che è molto lungo. Questo comporta delle problematiche fisiche e anche di concentrazione?
“Ma a dire il vero quando sei qua alla fine non pensi a tutto questo ragionamento. – ha sottolineato Simone – Quando sei qui a fare un mondiale pensi a godertelo e a cercare di far bene. Poi dopo le modalità non le decidiamo noi, ma chi organizza il mondiale. Io sono sempre della filosofia che sono giocatore, alla fine gioco e mi diverte far quello e mi fermo lì.


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Tu sei molto critico con te stesso, sei molto puntiglioso nell’analisi delle cose. Ieri, come dicevano in tv, eri subito molto soddisfatto della partita con l’Argentina. Hai dimostrato di essere molto soddisfatto. C’è quindi anche un sollievo? C’era apprensione… è un momento molto delicato?
Assolutamente no. Per una partita vinta tutto ciò che hai detto tu sono giudizi e non sono opinioni fondate su quello che arriva. Arriva questa cosa qua, ma sono tutti pensieri che ognuno di noi ha.

Quello che uno interpreta da…
Che però è un punto di vista ma non è una realtà oggettiva.
Allora te lo chiedo.
Ti sto dicendo quello che è il mio punto di vista. Sono tutti punti di vista, sono cose che arrivano a voi che probabilmente magari non sono vere. Il fatto di essere critico… a me piace capire cosa bisogna fare meglio. Non è questione di critica, è questione, anche in una vittoria, di cercare di capire e analizzare cosa fare meglio. Anche ieri secondo me sono state le cose che potevano fare meglio. E al di là di tutto questo quando si vince siamo tutti contenti.

Questa è la mentalità del campioni, quella di voler sempre fare un passo oltre. Quindi con il Belgio hai un’idea di quale è il passo oltre?
Dal punto di vista tecnico ho delle cose in testa. Mi sono riguardato la partita e penso che ci sono delle cose che io posso fare meglio e che la mia squadra insieme può fare meglio. Questo non vuol dire che ti garantisci la vittoria, perché sicuramente il Belgio guarda la partita e fa il nostro stesso ragionamento. Quindi anche loro penseranno di poter fare delle cose fatte meglio. Però come dicevo prima concentriamoci su noi stessi e pensiamo a quelle cose lì e cercando di buttarle in campo meglio di quello che abbiamo fatto all’andata.
Noi avevamo visto il muro in difficoltà…
Adesso non vi voglio dire cosa è, però il muro si qualcosina. Sì, ma secondo me non è stato quello determinante. C’era grande attaccante dall’altra parte, Reggers. Lui è un giocatore veramente straordinario, anche se si mura bene è difficile da prendere. E’ un giocatore che bisogna cercare di limitare, i suoi punti li farà. Quindi non sarà colpa del muro, non sarà colpa della difesa, ma sarà stata la sua bravura.
Sono quei giocatori che fanno bene. L’hanno dimostrato anche durante il campionato quest’anno. Poi ci sono alcuni punti che sono molto esperti, come il palleggiatore D’Hulst e il centrale Coolman, sono molto esperti e sanno come giocare. È un bel mix. Il muro… sì, sicuramente possiamo fare qualcosa di meglio.

Dall’esterno, sicuramente si vede la squadra sta crescendo…
Io penso che… Sì, sicuramente abbiamo avuto due partite consecutive di buon livello. Sia contro l’Ucraina che contro l’Argentina. Penso che bisogna anche essere bravi in questo, a non vedersi adesso come perfetti Lo dico più per me che per noi. Dobbiamo essere bravi a continuare questo percorso, non pensare che il nostro livello è questo, ma pensare di poter aggiungere sempre qualcosina in più. E quello ci permette di mantenere il livello che si ha e forse aumentarlo. Perché quando si pensa di essere lì, poi dopo si porta sempre qualcosa. Bisogna stare sul pezzo. Sicuramente abbiamo fatto delle belle prestazioni. Poi ci sono i momenti, come contro l’Argentina in cui eravamo 20 pari nel terzo set, se non fosse andato in battuta Yuri, Romanò, che ha fatto quei quattro ace, magari quel set lo perdevamo. E poi… Ci siamo attaccati a lui, a quello che ha fatto, che è stato incredibile. – poi ha messo in evidenza il capitano azzurro – Però ecco, bisogna essere pronti a tutto. Il livello è alto. Stiamo buttando in campo tutto quello che abbiamo fatto in questo percorso, però ancora dobbiamo e vogliamo soprattutto buttarci dentro qualcosa in più.

Perché ieri, secondo me, uno dei passaggi più importanti è stato che siete partiti a meno tre. Siete riandati sotto di tre punti a metà set e poi verso il finale di set. E lì è una dimostrazione di certezza che ha la squadra. Perché è difficile rimontare tre punti a livello psicologico se non sei sicuro di quello che hai.
Il punto è proprio quello lì. La soddisfazione penso che derivi da quella cosa lì. Questo è quello che vogliamo fare noi. E secondo me non deriva dalla certezza, perché la certezza non si ha mai quando si gioca. Però deriva dalla fiducia in quello che abbiamo fatto per arrivare fin qua è dalla fiducia che abbiamo nell’aver voglia di giocare per la Nazionale. Questo è qualcosa che dobbiamo mantenere. Dobbiamo cercare di non dar per scontato nulla, perché in un secondo quella cosa lì la perdi. Ma continuare a portarla dentro in campo, anche contro il Belgio, secondo me sarà importante proprio quella mentalità del punto a punto; é qualcosa su dobbiamo prepararci, perché se non lo prepari poi dopo, quando arrivi lì sei spaesato. Invece no. Giocheremo contro il Belgio, sarà una bella partita.

E concludendo Ci sarà il punto a punto, ci saranno momenti in cui saremo sotto, ma noi vogliamo anche in quei momenti di stare lì e giocare la nostra pallavolo e poi vediamo cosa succederà.