Pallavolo LeNostreInterviste – Beppe Cormio: la gioia Mondiale, lo spazio per i giovani e il no all’allargamento della SuperLega

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) L’Italia della pallavolo sorride come non mai, con l’inedito double mondiale che ha visto trionfare sia la Nazionale femminile sia quella maschile. Un risultato storico che ha dato lustro alla Federazione e ai club. A commentare il momento e a tracciare nuove prospettive per il movimento maschile è Giuseppe Cormio, direttore generale della Cucine Lube Civitanova e da decenni ai vertici del volley nazionale.
“C’è grande soddisfazione da parte nostra– racconta –. Quando gioca la Nazionale si fa fatica a guardare i propri, nel senso che si tifa per l’Italia, e questo vale per tutti. Però la soddisfazione è grandissima. Per quanto riguarda i giocatori della Lube, sono contento perché alcune scommesse sono andate in porto. Il campionato aveva già dato riscontri importanti: penso a Gargiulo, che arrivava da una squadra che ha lottato fino all’ultima giornata (Taranto ndr) e in un anno alla Lube è diventato un elemento fondamentale. Penso a Bottolo, che abbiamo opzionato a vent’anni e che ha faticato ad emergere con continuità, ma oggi è un giocatore di primo livello soprattutto in ricezione: da quello che era il suo punto debole è diventato un fondamentale in cui eccelle. E poi Balaso, che prendemmo giovanissimo e che oggi è tra i migliori liberi al mondo, un esempio come atleta e come persona. Siamo molto soddisfatti e continueremo su questa linea per ottenere altri successi”.
IL SISTEMA – Il dirigente di lungo corso allarga lo sguardo e analizza il ruolo del sistema Italia: “La Federazione ha lavorato bene, mi piace menzionare il fatto che nella finale Mondiale i due coach, De Giorgi e Blengini, erano i due predecessori di Medei sulla panchina della Lube, così come nei loro staff erano presenti allenatori passati per Civitanova. Ma alla base dei successi oltre all’ottimo lavoro della Federazione c’è anche quello sinergico dei club. Non ci sono segreti: bisogna dare spazio ai giovani, anche nelle categorie inferiori. Non è vero che in Italia i giovani non giocano: se un ragazzo è valido, gioca, indipendentemente dalla carta d’identità. Quest’anno, per esempio, abbiamo preso un francese di 17 anni (Duflos Rossi ndr) che sarà in prima squadra e giocherà molto”.
Cormio sottolinea come l’attuale format con una sola retrocessione aiuti a inserire i ragazzi: “Se le retrocessioni fossero più di una, i rischi sarebbero molteplici. Con una sola retrocessione, i club hanno più serenità e possono far debuttare giovani italiani in SuperLega con più facilità. Solo giocando si cresce davvero. È la ricetta che seguiamo da anni e che ci ha dato soddisfazioni”.
NUOVE PROSPETTIVE – Sul tema dell’allargamento della SuperLega, Cormio è netto: “Un campionato a 14 squadre sarebbe molto più spettacolare, ma oggi non ci sono i presupposti. Mancano club solidi dal punto di vista economico, mancano impianti adeguati, mancano giocatori in numero sufficiente. Per questo, realisticamente, la risposta è no”.
L’altro nodo è la sostenibilità. “La storia dello Sport in Italia ci insegna che le nostre realtà si reggono grazie alla passione di alcuni mecenati, non solo nella pallavolo. Io ho visto sparire piazze importanti come Milano, Torino, Treviso, Bologna, Roma, Firenze, Palermo, Napoli. La pallavolo attecchisce meglio in provincia, è vero, ma il problema rimane: serve affiancare alle proprietà che investono una struttura di marketing capace di trovare sponsor e risorse. Alla Lube lo facciamo, così come a Trento: lì c’è il supporto della Provincia, ma c’è anche un’organizzazione che lavora tutto l’anno per cercare finanziamenti. In passato a Cuneo eravamo riusciti a costruire una struttura che ci ha permesso anche di reinvestire in altri eventi queste risorse. È questo il modello che garantisce continuità”.
ATTRATTIVITÀ – Il dg affronta anche il tema della concorrenza internazionale: “Il nostro campionato resta il più bello e il più equilibrato, ma non è più il più ricco. Polonia e Turchia hanno risorse superiori e attraggono giocatori offrendo ingaggi doppi, con una tassazione al 20% contro il 44% italiano. Un ottimo giocatore in Italia guadagna mediamente 350.000 euro; in Turchia gli offrono 800.000. È chiaro che diventa difficile competere. E questo si riflette anche sul mercato anticipato: già a novembre o dicembre i club stranieri attaccano i nostri giocatori con offerte importanti. È un segnale di debolezza che dobbiamo affrontare. Di conseguenza, noi club dobbiamo tutelarci a nostra volta. Alla Lube abbiamo perso Yant a 21 anni, che ha scelto la Russia per il suo prosieguo di carriera, mentre fino a poco tempo fa avrebbe scelto questa soluzione solo in una fase avanzata della sua carriera”.
IL FUTURO – La visione di Cormio per il futuro resta chiara: “Non possiamo pensare di restare per sempre il campionato più ricco, ma possiamo continuare ad essere il più competitivo e affascinante. La chiave è valorizzare i vivai, dare spazio ai giovani, trattenere i nostri talenti il più possibile e rafforzare le strutture economiche dei club. È difficile immaginare un ‘dopo Lube’, un ‘dopo Trento’ o un ‘dopo Sir’, ma non impossibile. Con organizzazione, sponsor e visione di lungo periodo la pallavolo italiana ha ancora grandi margini di crescita”.