Pallavolo LeNostreInterviste – Roberto Piazza, il tecnico che trasforma i gruppi in squadre

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) La capacità di plasmare un gruppo, di gettare fondamenta solide e di sorprendere attraverso la propria visione tecnica e umana rappresentano tratti distintivi del DNA di Roberto Piazza. A Milano, il tecnico sarà chiamato quest’anno a costruire un nuovo capitolo, portando avanti un progetto che ha saputo dare continuità, identità e ambizione al club meneghino. Parallelamente, l’estate ha sancito un altro tassello importante nella carriera dell’allenatore: con la nazionale iraniana, Piazza ha inaugurato un percorso virtuoso, culminato con un ottavo posto ai Mondiali, risultato che rappresenta al tempo stesso un punto d’arrivo e un punto di partenza. Le basi gettate in questi mesi potrebbero infatti trasformarsi, nel medio periodo, nella nascita di una delle realtà più interessanti del panorama internazionale.
PRIME SENSAZIONI – Un passaggio importante con il ritorno dei nazionali, tra cui lo stesso Piazza, è arrivato al torneo di Gubbio “Spirito di Squadra”: “C’è stato un doppio test match con Cisterna, utile per capire a che punto siamo – le prime sensazioni di Piazza – Tutte le squadre, in questa fase, attraversano momenti di criticità, e anche Milano non fa eccezione. Credo però che Reggers sia uno dei giocatori che sta crescendo di più rispetto agli altri, e non solo all’interno della squadra, ma a livello mondiale. È un elemento importante per Milano, ma non meno per il Belgio, che ha disputato un signor Mondiale: abbiamo visto cosa è stato in grado di fare contro l’Italia in una partita di altissimo livello. Poi non sono riusciti a ripetersi, anche per merito dell’Italia stessa, che giocò un quarto di finale straordinario. Reggers, insomma, è uno di quei giocatori che contano a livello internazionale. A Milano ha già fatto cose buone nelle stagioni passate e dovrà continuare a dare il suo contributo anche in questa”.
NUOVO GRUPPO – Nella Powervolley che affronterà Modena il 20 all’Allianz Cloud (la pre-vendita è aperta e sta registrando già ottimi numeri) c’è grande attesa per scoprire i nuovi protagonisti: “Milano ha cambiato tanto, come del resto molte altre squadre. I punti di riferimento sono cambiati, e di conseguenza anche il modo di lavorare. Abbiamo cambiato il palleggiatore e il regista del gioco, e quando cambia il regista cambia inevitabilmente la fisionomia della squadra. In questi giorni stiamo cercando di trovare nuovi equilibri: i due test match disputati contro Cisterna sono arrivati praticamente senza un vero allenamento precedente. Siamo scesi in campo con l’unico obiettivo di capire chi siamo. Da lì vogliamo costruire. Quanto e come potrà cambiare Milano con l’innesto di Kreling, è presto per dirlo. La differenza d’età e di esperienza rispetto a Paolo Porro è significativa. Porro arrivò a Milano a vent’anni e doveva compiere un percorso di crescita, mentre Kreling arriva a quasi trent’anni, con un bagaglio internazionale importante. Proprio quell’esperienza dovrà servirci per fare uno step di crescita rilevante come squadra”.
IL MONDIALE – “Per quanto riguarda l’estate con la nazionale iraniana, credo sia stata un’esperienza utile e formativa, anche se il Mondiale è stato in parte falsato da come è stato organizzato. Mi è venuto in mente il Mondiale del 2010 in Italia: allo stesso modo, le squadre più forti si sono ritrovate da una parte del tabellone e quelle meno accreditate dall’altra, per favorire un certo equilibrio di calendario. Nel 2025 è accaduto lo stesso nelle Filippine, che erano teste di serie numero uno senza avere i numeri per esserlo. Una scelta che, onestamente, non si vede da nessun’altra parte. Lo sport, però, deve restare meritocratico: se sei bravo vinci, se non lo sei perdi. Nonostante questo, il Mondiale ha mostrato anche aspetti positivi. Alcune squadre hanno stupito, penso alla Finlandia, che ha giocato un torneo eccezionale, o all’Argentina, che ha confermato la propria solidità. Dall’altra parte del tabellone, la Repubblica Ceca ha compiuto un percorso straordinario, arrivando fino alle semifinali: la prima volta nella storia per uno sport di squadra di quel Paese.
Altre nazioni, invece, hanno deluso, tra cui anche l’Iran, che ho avuto l’onore di allenare quest’estate. Dopo un ottimo cammino, potevamo ambire alla semifinale, ma un paio di episodi sfavorevoli hanno deciso la partita a favore della Turchia, che ha meritato la vittoria. Sono situazioni che vanno accettate e comprese, perché servono a migliorare. Questo Mondiale ha rappresentato perfettamente la pallavolo di oggi: chi vuole davvero crescere trova stimoli e nuove energie, chi invece resta fermo rischia di restare indietro”.
NUOVI TRAGUARDI – I sogni di Piazza guardando lontano. Da un lato Los Angeles con il suo Iran, dall’altro la voglia di tenere sempre in alto i colori dei meneghini in SuperLega: “L’Iran è una squadra giovane, un progetto ancora in costruzione. È come un bambino che deve imparare a camminare: bisogna capire come plasmarlo, come valorizzarne il talento. Il sogno, naturalmente, è quello di arrivare ai Giochi Olimpici, ma non per partecipare, bensì per competere davvero con le migliori nazionali del mondo.Venendo invece al percorso di Milano, il nostro obiettivo resta quello di stabilizzarci tra le prime quattro squadre del campionato, come abbiamo fatto negli ultimi anni. Negli ultimi due campionati siamo arrivati in semifinale scudetto. Lo scorso anno non siamo riusciti ad andare oltre, ma l’obiettivo rimane quello: continuare a essere competitivi e presenti costantemente nel gruppo delle migliori, consolidando la nostra identità e costruendo ogni giorno qualcosa in più”.