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Pallavolo LeNostreInterviste – Gianlorenzo Blengini: “Incredibile è l’aggettivo giusto per la mia Bulgaria”

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Dopo un’estate da sogno culminata con l’argento mondiale, Gianlorenzo Blengini, commissario tecnico della Bulgaria, racconta la costruzione di un gruppo sorprendente, tra emozioni, prospettive e la consapevolezza di un percorso appena iniziato, per tracciare i nuovi orizzonti di un collettivo che ha saputo appassionare, e che ha messo i riflettori sulle prestazioni di alto livello dei fratelli Nikolov e di tutto il giovane gruppo guidato dall’allenatore azzurro.

IL VIAGGIO – Nessuno si sarebbe aspettato una Bulgaria così performante, in grado di arrendersi solo all’Italia in finale nella kermesse di Manila: “Incredibile è l’aggettivo giusto – spiega Blengini – poi se ne possono aggiungere altri, perché questo risultato è speciale sotto tanti aspetti. Non parlo solo del campo, ma anche di ciò che è seguito: l’accoglienza che abbiamo ricevuto in Bulgaria è stata qualcosa di emozionante e indimenticabile. È andata oltre la gioia sportiva: è diventata un’emozione popolare, un abbraccio collettivo che ha coinvolto non solo il mondo del volley, ma la gente comune, gli anziani, i bambini. Aver reso felici tutte queste persone è una gratificazione pari al risultato sportivo, alla medaglia, alla finale stessa.”

IL PERCORSO – “C’è tanta soddisfazione per il lavoro che ha prodotto questi risultati – prosegue – ma anche la consapevolezza che adesso viene la parte più difficile: gestire ciò che verrà. Bisogna mantenere equilibrio e identità, non guardarsi mai indietro, né dopo una vittoria né dopo un risultato meno positivo. L’attitudine, l’approccio al lavoro e la coerenza con il progetto iniziale devono restare intatti. Sono ragazzi giovani, vanno accompagnati con costanza e realismo, senza farsi travolgere da aspettative eccessive.”

LA SQUADRA – Parlando del gruppo, Blengini sottolinea il valore umano e tecnico di una generazione che ha saputo unire talento e spirito di squadra: “Sono ragazzi che ho scelto uno per uno, chiaramente per qualità tecniche e fisiche, ma anche per caratteristiche che vanno oltre. Ognuno di loro ha capito che nessuna ambizione personale può essere raggiunta se non attraverso la squadra. Questo è il punto centrale. Anche i giocatori più rappresentativi e più citati dai media si comportano come uno dei quattordici, senza pretendere differenze o privilegi. L’attitudine al lavoro è identica per tutti, e questa è la grande virtù di questo gruppo: l’identità collettiva come priorità, anche per chi naturalmente sarebbe portato a emergere.”

OBIETTIVI – Il progetto bulgaro è di lungo periodo, ma il primo traguardo è arrivato in anticipo: “Quando ho accettato l’incarico, l’obiettivo era chiaro: avvicinarci progressivamente alle squadre migliori e cercare, nel medio termine, la qualificazione olimpica, che oggi è un traguardo molto difficile con le nuove regole. Quando sono arrivato la Bulgaria era oltre il ventesimo posto del ranking mondiale, ora siamo noni. Il compito è mantenere questa posizione, se possibile migliorarla, perché farsi trovare pronti al momento delle qualificazioni sarà determinante. Il progetto è nato per aumentare il rendimento e portare la Bulgaria a stare stabilmente nelle prime dieci squadre del mondo, giocandosela con le nazionali più forti. Costruire una squadra seniores partendo quasi interamente da un gruppo giovanile è stato un processo complesso, diverso da quello che avevo fatto in Italia, dove inserivo un giovane alla volta in un gruppo già esperto. Qui invece ho dovuto far crescere un intero blocco. Ci è voluto tempo, ma abbiamo bruciato qualche tappa grazie al lavoro e sì, anche un po’ di fortuna, che serve sempre in queste manifestazioni.”
La gestione del successo, per Blengini, sarà decisiva: “Dobbiamo maneggiare bene questo risultato, utilizzarlo come stimolo, non come illusione. Tutti – dai giocatori allo staff – devono mantenere lo stesso approccio. Non bisogna cambiare modo di lavorare o diventare troppo esigenti pensando che da ora in poi si debba per forza essere sempre tra i primi. Sarebbe un errore. La coerenza è fondamentale.”

LA FINALE – Impossibile poi non toccare il tema del rapporto con l’Italia, avversaria in finale: “Molti mi hanno chiesto cosa ho provato. Devo dire che nelle ore che precedono la partita l’emozione è diversa: l’Italia per me non sarà mai una squadra normale. Molti di quei ragazzi hanno esordito con me in nazionale, ci lega un affetto reciproco e ogni volta che ci incontriamo me lo dimostrano. Però quando inizia la partita l’attenzione è tutta sulla mia squadra: devo solo pensare a come aiutarla. Se proprio dovevamo perdere, ammetto che perdere contro l’Italia mi ha fatto meno male che se fosse stato contro un’altra nazionale.”

SODDISFAZIONI – Blengini sottolinea poi un aspetto umano che per lui conta più di ogni medaglia: “La soddisfazione più grande è vedere che per la gente bulgara questi ragazzi sono diventati un esempio. Sono speciali anche fuori dal campo: hanno una voglia di lavorare incredibile, un’apertura al cambiamento straordinaria, una resistenza alla fatica eccezionale. È un orgoglio enorme per me. Dietro a tutto questo ci sono famiglie che li hanno educati così, e questo è il patrimonio più importante.”
E conclude con una riflessione lucida sullo sport e i suoi significati: “Noi viviamo di risultati, inutile negarlo. Io lo dicevo anche prima del Mondiale: il processo è lungo, serve pazienza. Ma chi fa sport agonistico gioca per vincere, sempre. Anche quando sai che non sarà facile. Ecco perché questo risultato è clamoroso, davvero clamoroso. Ma la parte che mi emoziona di più resta la prima: quella umana, quella del percorso, quella dei ragazzi che crescono insieme giorno dopo giorno.”

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