Il beach volley italiano guarda al futuro con un cognome che risuona familiare a tutti gli appassionati: Perrotta. A raccogliere l’eredità sportiva, non da poco, è Micol Lafuenti, figlia della campionessa Lucilla Perrotta. A soli 15 anni, Micol ha già debuttato al Campionato del Mondo Under 18 a Doha, un palcoscenico che sua madre ha calcato da veterana. Se Lucilla Perrotta è stata tra le pioniere che hanno aperto il movimento femminile italiano alla grande scena mondiale del beach, oggi Micol incarna la promessa più brillante di questa nuova generazione sulla sabbia.
Quel livello, raggiunto da Lucilla Perrotta, è stato un punto di riferimento per anni. Lucilla, romana classe 1975, è stata una delle prime atlete italiane a competere stabilmente nel circuito internazionale, spianando la strada per le atlete che l’hanno seguita. La sua carriera di 14 anni è costellata di successi storici: ha partecipato a ben due edizioni dei Giochi Olimpici, Sydney 2000 e Atene 2004, dove in coppia con Daniela Gattelli ha ottenuto uno straordinario quinto posto. Ma il culmine della sua epopea fu l’oro ai Campionati Europei del 2002 a Basilea, oltre a un totale di sei medaglie continentali e diversi scudetti tricolori (tra cui 1995, 1997, 2004, 2006 e 2008).
Oggi Lucilla, ritiratasi nel 2008, un anno prima della nascita di Micol, continua a vivere la sabbia in una duplice veste: quella di allenatrice (attualmente basata a Roma) e, soprattutto, di tifosa accanita. “È davvero difficile fare il tifo da fuori,” ha confessato Lucilla a Doha. “Preferirei essere in campo, ma sono davvero felice per mia figlia. So cosa significa giocare in una competizione di così alto livello. È un’emozione che si porterà dietro per tutta la vita.” Il legame è profondo, con la madre che è per Micol non solo un genitore, ma anche coach, modello, e critico costruttivo.
L’auspicio di Lucilla è che Micol possa “raggiungere risultati ancora maggiori” di quelli ottenuti da lei stessa. Il cammino di Micol Lafuenti è appena iniziato e l’Italia può contare su una giocatrice che, pur mantenendo un profilo misurato, ha già dimostrato di possedere non solo il talento tecnico (è un’aspirante schiacciatrice), ma anche la tempra mentale necessaria per le sfide sulla sabbia. La storia del beach volley italiano si arricchisce così di un nuovo capitolo, scritto dalle gesta di una madre pioniera e dalla promettente ascesa di una figlia destinata, si spera, a volare ancora più in alto.