(Saverio Albanese per iVolleymagazine.it) Il secondo torneo nazionale maschile il cui “start” è previsto per il prossimo fine settimana, iniziano già le prime “scintille” a margine della conferenza stampa di presentazione del sodalizio etneo Sviluppo Sud Catania che parteciperà per il secondo anno consecutivo al torneo di serie A2 (esordio nel posticipo interno di lunedì 20 ottobre, fischio d’inizio alle ore 20.30, contro Macerata). Al termine dell’ultima amichevole vinta 4–0 (25–16 25–23 25–19 25–23) contro Modica, il nuovo presidente Pino Carbone ha incontrato la stampa per condividere la sua visione e ribadire l’impegno della società nei confronti della città di Catania e del volley del Sud Italia (la squadra ricordiamo che si allena a Palmi, ma svolgerà rifinitura e partita al “Pala Catania”), che ha suscitato non pochi “malumori” nella gestione precedente guidata da Luigi Pulvirenti, il cui rapporto non sembra più idilliaco come alcuni mesi orsono.
«Mi sento onorato di rappresentare i colori di Catania in uno sport che non è di massa, ma che vive di passione e familiarità– ha esordito il patron Pino Carbone –. Siamo qui non per usare Catania come vetrina o trampolino, ma perché crediamo in Catania, nelle sue potenzialità, nella sua gente e nella sua tradizione sportiva».
Il presidente ha ricordato come la nuova gestione abbia raccolto un’eredità complessa, chiarendo i motivi che hanno portato alla riorganizzazione societaria. «Abbiamo acquisito le azioni del club per salvare la categoria e garantire continuità. Non ci accontentiamo della Serie A2: vogliamo costruire, passo dopo passo, una realtà che riporti Catania nella massima serie del volley nazionale. E lo vogliamo fare qui, con il contributo e la partecipazione di tutti gli amici di Catania».
Carbone non ha nascosto il proprio rammarico per la condotta del precedente presidente, precisando tuttavia di voler mantenere toni di rispetto nei confronti di chi ha condiviso, in passato, la stessa passione sportiva. «Mi dispiace dirlo, ma devo essere sincero. Credevo di aver abbracciato una dirigenza animata dal nostro stesso spirito, invece, ho dovuto constatare che il vecchio presidente non ha compreso il gesto che abbiamo fatto. Il nostro intervento aveva un solo obiettivo: salvare la pallavolo, salvare una categoria, salvare anche la sua persona da conseguenze spiacevoli. Purtroppo, oggi, la sua totale assenza, soprattutto rispetto agli impegni con ex tesserati e collaboratori, dimostra che non ha voluto assumersi le proprie responsabilità».
Il presidente ha rincarato la dose: «Non voglio più parlare di lui. Il rapporto si chiude qui, con un semplice saluto formale. Mi interessa invece ringraziare chi, con senso di responsabilità, sta lavorando ogni giorno per il futuro del club: Enzo Pulvirenti, Piero D’Angelo e tutti gli altri dirigenti che credono nel progetto e che meritano di essere valorizzati».
Il nuovo numero uno del club catanese ha poi voluto lanciare un messaggio palese al movimento pallavolistico nazionale. «Catania non è una società di secondo livello. Non facciamo baratti né compromessi. Non svendiamo la nostra dignità sportiva. Noi rappresentiamo il Sud con orgoglio e vogliamo dimostrare che siamo all’altezza di qualunque piazza italiana, da Milano a Ravenna».
Ampio spazio è stato dedicato al rapporto con il territorio e alla volontà di aprire la società alla città. «Il volley Catania non è di Pino Carbone. Il volley Catania è di Catania. Chi ama questo sport deve sentirsi parte di un progetto collettivo. Vogliamo costruire una comunità sportiva aperta, dialogante e trasparente. Le porte del PalaCatania saranno sempre aperte ai giovani e alle società del territorio. I ragazzi che praticano pallavolo entreranno gratis, così come chi accompagna un amico per scoprire questo sport».
Il presidente ha poi messo l’accento sugli obiettivi a breve e medio termine della squadra catanese: «Noi siamo pronti, già dal prossimo mese, a trasferire stabilmente la squadra a Catania se ci saranno le condizioni. Se la città risponderà con entusiasmo, se il pubblico ci seguirà, se percepiremo che qui si può fare pallavolo di alto livello, resteremo a Catania in pianta stabile. Gli appartamenti che oggi ospitano gli atleti a Palmi saranno destinati alle ragazze della squadra femminile, e la squadra maschile verrà a Catania, dove deve essere».
Pino Carbone conclude con un invito all’unità: «Vogliamo rappresentare Catania e tutto il Sud. Non in contrapposizione al Nord, ma per far capire che anche qui ci sono professionalità, serietà e ambizione. Il nostro progetto è aperto, condiviso, radicato nel territorio. Catania è la Milano del Sud, e insieme possiamo riportare il grande volley dove merita».
A stretto “giro di posta” è arrivata la replica dell’ex presidente rossoazzurro Luigi Pulvirenti «Nessuno ha salvato qualcuno. Noi abbiamo chiuso un accordo e, come in tutti gli accordi, la convenienza è stata di entrambe le parti – ha esordito l’ex presidente della Saturnia Acicastello –. Il mio obiettivo era salvare la categoria nella nostra città, il suo di avere una società con cui poter coltivare le sue ambizioni. Chi acquista una società come la nostra acquisisce, insieme al patrimonio, alla tradizione, alla storia, al titolo, alla categoria, la possibilità di fare pallavolo in una delle città più grandi d’Italia. Ma anche si assume obbligazioni, cosa che il dottor Carbone ha fatto liberamente, consapevolmente e pienamente informato sullo stato della società– ha proseguito Pulvirenti–. Non comprendo quindi perché egli afferma che io non abbia adempiuto miei impegni, quando dal momento in cui ha acquisito la società questi impegni sono passati in capo a lui».
Luigi Pulvirenti rivendica il suo impegno nel corso degli anni nel sodalizio catanese perché la sua tesi è avvalorata «non solo dagli incontri avuti dal dottor Carbone, grazie alla mia introduzione, ai massimi livelli istituzionali, Imprenditoriali, editoriali e associativi della città di Catania, ma dal fatto che la struttura organizzativa che lo sostiene oggi è quella costruita durante gli anni della mia presidenza. Da appassionato di pallavolo della mia città auguro comunque al dottor Carbone e al suo progetto di poter centrare gli obiettivi che si è prefisso, perché ne verrebbe un bene per il nostro movimento pallavolistico e per Catania».