Pallavolo A1F – L’amarezza del tie-break perduto a Busto e la sfida proibitiva con Novara secondo Martina Armini

La sveglia è stata impietosa per le giocatrici di Volley Bergamo 1991 dopo la maratona di due ore e mezza che le ha viste soccombere per 3-2 contro la EurotekUyba Busto Arsizio. L’adrenalina e l’amarezza per i tre match point non concretizzati hanno lasciato poco spazio al riposo, specialmente per il libero Martina Armini. Intervistata da Roberto Amaglio per il Corriere della Sera, ed.Bergamo, la giocatrice non si è nascosta: “C’è rammarico: eravamo riuscite a rimontare dallo 0 a 2 per poi farci sfuggire dalle mani il successo a causa di troppi errori”.
L’analisi notturna non ha modificato la sostanza: la squadra avrebbe dovuto essere “più cinica”. Armini ha sottolineato come l’occasione sprecata nel secondo set abbia ridato entusiasmo alle avversarie, una lezione da imparare in fretta. A mente fredda, però, emerge la consapevolezza che il gruppo è ancora in fase di rodaggio; l’opposto statunitense Kendall Kipp, per esempio, si è aggregata alla rosa solo una settimana prima dell’inizio del torneo. Nonostante le prestazioni sin qui “a corrente alterna”, la giocatrice è convinta che nelle prime tre sfide “qualcosa di buono si è visto”.
Non c’è tempo per l’amarezza, dato che il prossimo impegno è dietro l’angolo. Domenica alle 16, la sfida si preannuncia ardua: alla ChorusLife Arena arriva Novara, l’unica squadra a punteggio pieno dopo tre turni. “Sulla carta sembra proibitivo,” ammette Armini, ma è meglio “giocare subito per lasciarsi alle spalle l’amarezza.” L’obiettivo è chiaro: “Cercheremo di giocarcela fino alla fine, anche perché, dopo quello di Treviglio, vogliamo fidelizzare il pubblico di Bergamo” in una “grande arena” che l’anno scorso aveva ospitato l’imbattibile Conegliano.
Arrivata a Bergamo nell’estate del 2024, Armini si è ambientata rapidamente. Le sono bastati pochi giorni per confermare che il Volley Bergamo 1991 è un “punto di riferimento”, un club “organizzato nei minimi dettagli e ci sono persone capaci in ogni ruolo,” un dettaglio che spiega i successi storici e la presenza in A1 da ben 31 anni. Oltre al contesto sportivo, la città le piace, soprattutto “dal punto di vista culinario”.
Infine, la giocatrice, studentessa al terzo anno di Psicologia, ha toccato un tema sempre più rilevante nello sport: l’aspetto mentale. Ritiene una fortuna che, grazie ai campioni che ne hanno sottolineato l’importanza, il tema sia ormai sdoganato, specialmente per le giovani atlete. Il suo suggerimento per i momenti difficili è quello di ripartire dalle proprie certezze: nel suo caso, la fiducia in un club competente e in compagne di squadra che sanno aiutarla.