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Pallavolo SL – Massimo Colaci ancora in campo con l’entusiasmo di un ragazzino

Il libero Massimo Colaci, a 40 anni, sta vivendo la sua diciannovesima stagione nel massimo campionato, la nona con la maglia della Sir Susa Scai Perugia, con un entusiasmo che Davide Romani descrive sulla Gazzetta dello Sport come quello di un “ragazzino”.
L’intervista si apre con una riflessione sulla sua carriera. Nonostante nella sua testa ci siano “ancora 10, 15, 20 anni di pallavolo”, Colaci ammette che il fisico non è più quello di una volta e sta valutando l’ipotesi di chiudere dopo questa stagione. La sua priorità è essere ricordato come un vincente: “Vorrei che i tifosi, gli appassionati di pallavolo si ricordassero di me come uno che in campo ci poteva stare, non come un giocatore che si trascina, etichettato dai tifosi come ‘uno finito’. Vediamo…”.

Con 26 trofei in carriera, Colaci ha le idee chiare sui successi a cui è più legato. La Champions League vinta a maggio è sicuramente tra i titoli più affezionati, poiché rappresentava l’ultima coppa mancante nella bacheca del club. Tuttavia, non dimenticherà mai “il primo Scudetto della storia della Sir” vinto il 6 maggio 2018 in gara-5 di finale contro Civitanova.
Per quanto riguarda i cinque obiettivi stagionali di Perugia (Mondiale per club, Champions League, Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa), il libero non vuole scegliere, ma confessa che il Campionato è quello a cui tiene di più. “Quando arrivi in fondo al percorso tricolore vuol dire che hai superato squadre di altissimo livello. E quella di quest’anno è davvero una Superlega complicata. Ci sono almeno sette squadre che possono giocarsela. Forse quest’anno ci sono formazioni più forti di noi ed è per questo che sarà stimolante provare a vincere”.

Il mese di dicembre è particolarmente impegnativo per Perugia, che chiude il girone d’andata a Milano in una partita definita “tutt’altro che facile” e fondamentale per la posizione nei quarti di Coppa Italia. Successivamente, la squadra affronterà la Champions League contro Praga e, infine, volerà in Brasile per il Mondiale per club.
Riguardo ai grandi campioni con cui ha giocato, da Juantorena a Kaziyski, da Leon a Giannellli, Colaci esprime il rammarico di non aver potuto condividere la quotidianità in campo con il francese Grebennikov, che svolge il suo stesso ruolo, ma che avrebbe voluto “studiare per capire come riesce a fare certe cose”. Con Michieletto, invece, la condivisione è stata limitata a un mese durante i Giochi di Tokyo.
Infine, parlando dei talenti stranieri nel campionato italiano, Colaci apprezza l’approccio dell’opposto Reggers per la sua capacità di non abbattersi mai e di variare i colpi, pur menzionando altri giovani talenti come Nikolov, Keita e Darlan a Verona.