Pallavolo Storie&Personaggi – Andrea Giani, tra campo e panchina, sta scrivendo una grande pagina del volley mondiale

Andrea Giani, nato a Napoli il 22 aprile 1970, è una figura tra le più significative della pallavolo mondiale degli ultimi quaranta anni, riconosciuto come uno dei più grandi pallavolisti di tutti i tempi e oggi allenatore di successo, Campione olimpico in carica con la Francia. Attualmente alla guida dello ZAKSA e commissario tecnico della nazionale maschile francese, la sua carriera, sia da giocatore che da tecnico, è un esempio di versatilità, passione e successo, che lo ha reso un’icona della “generazione di fenomeni” italiana.
Dalle origini al volley: un talento universale
Figlio di Dario Giani, vogatore olimpico e allenatore di canottaggio, Andrea cresce a contatto con lo sport. È però nella palestra della scuola media di Sabaudia che scopre la pallavolo. Grazie all’entusiasmo trasmesso da Claudio Di Coste e Saverio Baio, allenatore e palleggiatore del Sabaudia Pallavolo, il giovane Giani si avvicina al volley, passando dal minivolley alla Serie D fino all’esordio in Serie A2 a soli 14 anni. La sua unicità come giocatore emerge dalla capacità di eccellere in ruoli diversi: inizia come centrale, per poi brillare come opposto e schiacciatore-laterale, diventando un modello di versatilità. Come sottolinea Juan Carlos Cuminetti, “Giangio è unico per la sua versatilità nei ruoli, qualsiasi problema o assenza veniva appianato, Andrea non solo giocava ovunque, spesso giocava ancora meglio di chi sostituiva, un mostro.” Luca Cantagalli aggiunge: “Faceva bene tutto e lo faceva sempre, tutti notavano l’attacco o il muro ma nelle coperture, nelle rigiocate, in quegli aspetti che a volte si valutano meno, lui era sempre decisivo, giocatore totale, di forza e qualità straordinarie.” E Bas van de Goor ricorda: “Giangio sapeva fare tutto e lo sapeva fare splendidamente […], a livello tecnico e tattico era impressionante, ma quello che ricordo di più era la gioia che aveva nell’allenarsi, la carica contagiosa.”
Una carriera da giocatore costellata di successi
Nel 1985 Giani approda al Parma, dove inizia la sua ascesa. Inserito in una squadra giovane e talentuosa, che negli anni sarà guidata da grandi tecnici come Gian Paolo Montali e Aleksander Skiba, contribuisce a una stagione di successi. Con il marchio Maxicono, il Parma domina gli anni successivi, conquistando tre scudetti (1989-90, 1991-92, 1992-93), due Coppe Italia, due Coppe delle Coppe, due Coppe CEV, due Supercoppe europee e un Campionato mondiale per club FIVB.
A riprova della sua bravura si ricorda una frase significativa di Silvio Berlusconi, al termine delle semifinali play-off del campionato di Serie A1 1991-92 tra Parma e Gonzaga Milano, gli disse: “Lei, Giani, ora ha il ghiaccio sul ginocchio. I miei dirigenti invece se lo dovrebbero mettere in testa per non averla ingaggiata.”
Fabio Vullo, parlando delle sue doti, ha affermato: “Andrea aveva una capacità di salto enorme ed un pregio assoluto, sapeva dove mettere la palla e lo faceva con una costanza disarmante.” E Juan Carlos Cuminetti, pur riconoscendo la sua versatilità, ha specificato: “Poteva giocare in qualsiasi ruolo, ma per me il suo ruolo era il centrale, lì era veramente il top al mondo. Gli ho visto murare palloni impossibili, davanti a Giangio l’avversario si demoralizzava, era talmente dominante che anche a livello mentale faceva la differenza.”
Nel 1996, dopo la rinuncia del Parma alla Serie A1, Giani si trasferisce a Modena, dove vince subito uno scudetto (1996-97), una Coppa Italia e una Coppa dei Campioni, bissata l’anno successivo. Fino al ritiro nel 2007, aggiunge altri trofei, tra cui un ulteriore scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Challenge Cup.
In nazionale, Giani è stato un pilastro della “Generazione di fenomeni”, vincendo tre titoli mondiali consecutivi (1990, 1994, 1998), quattro campionati europei (1993, 1995, 1999, 2003) e sette World League. Con 474 presenze in azzurro, ha detenuto il record di partite con la nazionale italiana nei principali sport di squadra, superato solo da Eleonora Lo Bianco. Quest’ultima ha commentato: “Considerando che la foto di Andrea era sul mio diario quando andavo a scuola, alle medie, direi che è una bella soddisfazione aver superato un simbolo come lui.” Alle Olimpiadi, Giani ha conquistato due argenti (1996, 2004) e un bronzo (2000) da giocatore. La sua grandezza è stata consacrata dall’ingresso nella Volleyball Hall of Fame, accanto a leggende come Andrea Gardini, Andrea Zorzi e Lorenzo Bernardi.
Manuela Leggeri, un’altra icona della pallavolo italiana, ha rivelato: “Ho sempre avuto sinergia con le compagne di squadra, ma guai a togliermi la possibilità di cucire sulla maglia il numero 4. Il motivo? Era il numero che apparteneva ad Andrea Giani della Nazionale dei Fenomeni, il mio unico vero grande idolo al quale mi sono sempre ispirata. Una volta tornata a casa dopo aver vinto il mondiale lo incontrai e mi fece i complimenti, interrogandomi sulle sensazioni provate. Proprio lui, che di mondiali ne aveva vinti tre…”
Da giocatore ad allenatore: un nuovo capitolo di successi
Dopo il ritiro, Giani intraprende la carriera da allenatore con lo stesso spirito vincente. Nel 2007-08 guida Modena, vincendo una Challenge Cup, ma viene esonerato l’anno successivo. Nel 2009-10, con la M. Roma in Serie A2, conquista la Coppa Italia di categoria. Nel 2013-14 allena BluVolley Verona, per poi passare alla nazionale slovena nel 2015, portandola a una storica finale europea. Nel 2017 diventa ct della Germania, raggiungendo un’altra finale continentale, e contemporaneamente guida Powervolley Milano. Nel 2019 torna a Modena, subentrando a Julio Velasco, e nel 2022 assume la guida della nazionale francese, con cui vince l’oro alla Volleyball Nations League e, nel 2024, l’oro olimpico a Parigi. Quando si è trattato di raccontare la finale tra Francia e Polonia e le lacrime del ct della nazionale francese, i media italiani non hanno mancato di ricordare l’infortunio alle Olimpiadi di Atlanta del 1996 e quella crudele sconfitta per 15-17 al quinto set contro i Paesi Bassi, che ha lasciato Giani e i suoi compagni inconsolabili.
“Dopo la finale ci ha detto che era il primo campione olimpico italiano di pallavolo, significava molto per lui”, ricorda Benjamin Toniutti, capitano della squadra francese. Nella stagione 2024-25, Giani approda allo ZAKSA, uno dei club più prestigiosi d’Europa.
Un’eredità senza tempo
Andrea Giani incarna l’essenza della pallavolo: talento, versatilità e dedizione. E grande spirito di sacrificio capace di scendere in campo anche infortunato per dare il suo apporto alla squadra. Da giocatore ha dominato il campo con una poliedricità unica, da allenatore continua a ispirare e vincere, portando la sua visione e passione in Italia e oltre. Claudio Galli lo definisce: “Per me rappresenta lo sportivo per antonomasia, dotato di una qualità e di una mentalità sportiva che raramente ho ritrovato in qualcun altro.” La sua storia, da Sabaudia alle vette del volley mondiale, è quella di un atleta e tecnico che ha fatto della pallavolo un’arte, lasciando un segno indelebile nella storia dello sport. Di cui sta sta ancora scrivendo pagine esaltanti.