#Pallavolo Storie&Personaggi – Samantha e Stephanie oggi martelli, domani profiler dell’FBI?

(Piero Giannico per iVolleymagazine.it) Sono due tra le grandi protagoniste di questo inizio di stagione nella serie A1 femminile. Samantha Bricio dell’Imoco Volley Conegliano e Stephanie Enright dell’Igor Gorgonzola Novara non solo sono fortissime in attacco e in ricezione, ma sono accumunati dal percorso scolastico legati alla Criminologia e alla Psicologia, ed a un futuro professionale (probabile)  nell’FBI.
Bricio, scoperta dall’Imoco due anni fa dopo le brillantissime performance nell’NCAA, il campionato universitario statunitense, è una delle più forti straniere presenti in A1. Una capacità di lettura della partita come poche e una freddezza impressionante nei momenti topici della partita. E ci spiega: “Sogno di diventare un giorno una profiler dell’Fbi, in pratica la psicologa-criminologa che aiuta gli investigatori a stabilire come profilare i soggetti criminali. Sono laureata in psicologia e studiare i meccanismi della mente aiuta a rimanere freddi nelle situazioni difficili. E ti permette di guardare ogni situazione sotto un’ottica differente, nella vita come nello sport, in questo caso la pallavolo. Ragiono con la testa di chi immagina che ogni palla possa essere quella determinante e quindi dò sempre il massimo su ogni fondamentale nel quale sono chiamata in causa”. Dal Messico al Portorico. La stella si chiama Stephanie Enright, una schiacciatrice giramondo scoperta da Il Bisonte Firenze, vecchio pallino di Francesca Vannini e allenata lo scorso da Marco Bracci a Firenze. Quest’anno si è messa già in luce nella vittoria di Novara in Supercoppa Italiana proprio contro il Conegliano di Bricio. Laureata in Criminal Justice per ora pensa a vincere con Novara: “Un domani, terminata la carriera da pallavolista mi piacerebbe rimanere nell’ambito criminologo e della psicologia. Non ho mai pensato di lavorare per l’FBI, certo sarebbe un sogno. Di fatto l’esperienza professionale maturata nella prigione di Bayamon mi ha aiutato ad amare ancora di più quelli che sono stati i miei studi scolastici e universitari. Nel corso delle partite cerco di essere sempre fredda e determinata, una minima distrazione può portare a perdere la concentrazione. Sarà per deformazione professionale grazie alla mia carriera di studi, ma per me i momenti difficili di una partita sono quelli nei quali l’atleta mostra la sua personalità”.

Foto di Fabio Cucchetti