#Pallavolo Mercato – Lucio Fusaro: “Andrea Giani è il nostro allenatore, nessuno me lo ha chiesto”

Lucio Fusaro, il presidente che ha riportato Milano nell’élite del volley nazionale, intervistato da Fabio Rossi per la Gazzetta di Modena ha parlato del futuro della Revivre, ma soprattutto ha parlato di Andrea Giani mostrando un volto della vicenda diverso, molto diverso da quello che racconta radiomercato: “Ho sentito e letto di tutto in questi giorni, capisco quanto Modena ami Giani e quanto lui sia allettato e affascinato dall’idea di tornare dove è stato un idolo da giocatore e dove iniziò ad allenare. Però… – ha proseguito il n.1 della Powervolley – Giani per noi è qualcosa di più di un semplice allenatore è la figura centrale di un progetto su cui stiamo lavorando con passione e con grande impegno da qualche anno. Lui è uno dei personaggi più carismatici della pallavolo italiana e mondiale e per me, presidente di Milano, averlo con noi è fondamentale se vogliamo continuare a crescere… “ poi a domanda diretta: “ Lei non ha quindi intenzione di liberarlo dal contratto che lo lega a Milano? – risposto Guardi, nessuno mi ha mai chiesto ufficialmente questo. Io sono venuto a Modena un paio di settimane fa, ho incontrato Pedrini e Sartoretti, ma per parlare di Piano, ricevendo solo dei “no”, cosa che mi dispiace per il ragazzo che è un atleta e una persona meravigliosa. Non c’è stata una trattativa per liberare Giani, che io considero il nostro allenatore – concludendo – Lui è un grande professionista e sa che noi abbiamo creduto in lui anche quando altri non lo hanno fatto. Io rispetto quello che lui prova in questo momento, del resto quando ti chiama Modena nel volley è come se lo facesse la Juventus nel calcio. Lui è stato correttissimo con me, mi ha chiamato qualche giorno fa e mi ha detto, “Presidente, il mio cuore è a Modena…”. Ripeto, lo capisco, ma so anche che in una società sportiva l’allenatore è come l’amministratore delegato in una azienda, cioè fondamentale perché tutto vada nel modo migliore, noi abbiamo creduto in lui e lui ha creduto in noi, altrimenti non avremmo firmato di comune accordo un contratto”.
Parole ponderate e chiare, che non annullano completamente la possibilità che il Giangio torni sotto la Ghirlandina, ma che frenano notevolmente l’ipotesi che molti media davano per scontata.