#Pallavolo #FIVBWomensWCH – Danesi muri per la vittoria

(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) Si chiama Anna Danesi e il suo mestiere è murare. In azzurro ci si è affacciata meno di tre anni fa, quando Marco Bonitta che l’aveva vista lavorare quotidianamente con il Club Italia la convocò per la Qualificazione Olimpica di Ankara, tra lo stupore di molti. Anna non aveva ancora compiuto 20 anni ed era intimorita quando doveva presentarsi davanti ai microfoni. Ma il suo sguardo da “bambi” diventava di fuoco quando entrava in campo. Da quel gennaio 2016 la maglia con il tricolore sul petto della seniores è diventata sua e non l’ha più lasciata.
La storia pallavolistica di Anna Danesi da Brescia comincia a 5 anni quando seguendo la sorella maggiore ha iniziato a praticare la palestra. Nel 2011 ad Orago incontra due “maestri” come Beppe Bosetti e Franca Bardelli, mamma e papà di quella che oggi è una delle sue compagne Azzurre, Lucia. Da loro impara tante cose dal punto di vista tecnico, che poi saranno perfezionate nell’esperienza in serie B con il Volleyrò e successivamente con le nazionali giovani e il Club Italia. Prima dell’esplosione con l’Imoco Conegliano, l’avventura iniziata subito dopo i giochi di Rio 2016: perché Anna si è tolta la soddisfazione di giocare una Olimpiade a 20 anni.
Sinora il mondiale dii Anna Danesi è stato eccellente, lo dicono i numeri. Tra le Azzurre che stanno facendo spalancare gli occhi al mondo a suon di vittorie è sicuramente una di quelle che più si è esaltata. Bravissima a muro di cui guida la classifica individuale con la media di 0,90 a parziale, ma in cui spiccano le 87 volte che ha toccato il pallone su 117 tentativi; è parecchio cresciuta in attacco il 55,45% di media lo dimostra. In questo Mondiale abbiamo trovato una Danesi donna e giocatrice più matura e più sicura. Perfettamente calata all’interno di un gruppo coeso e compatto, come pochi altri abbiamo visto nel passato vestiti di azzurro. La maturità che ci mostra in campo, la centrale bresciana, la conferma nelle sue risposte quando parla del grande presente, ma anche del passato e del futuro di questa squadra che sta facendo innamorare tutti: “Prima di arrivare in Giappone il Mondiale non me lo immaginavo così – racconta Danesi – Non avevo aspettative particolari, sapevo che stavamo giocando bene, ma non mi ero posta un obiettivo. Io come tutta la squadra ci eravamo imposte di viverlo partita per partita. In campo ci divertiamo e forse è stato questo il segreto che ci ha portato a questo punto del torneo imbattute, con nove vittorie su nove”.
Poi ha svelato Anna: “Quando siamo scese in campo contro la Turchia, avevo i brividi. Lì ho capito che la squadra era pronta per giocare un gran mondiale. È una sensazione che ho sentito solo con Conegliano durante i play off”.
L’Italia di Sapporo e Osaka è una squadra convinta della sua forza, merito del ct Davide Mazzanti, che ha avuto fiducia in questo gruppo di giovani e giovanissime, che già delle soddisfazioni avevano regalato negli ultimi 15 mesi, anche se solo parziali: “Lo scorso anno abbiamo giocato un bel Grand Prix, siamo arrivate in finale battendo tante squadre forti – ha ricordato un elemento fondamentale di questa Italia, che a muro sta facendo meraviglie – ma nell’Europeo purtroppo non abbiamo giocato al massimo. – poi ha aggiunto Anna – Credo che ogni competizione comunque serva, sia utile, per acquisire importanti certezze. Quest’anno già nella Vnl ha dimostrato di poter battere le migliori nazionali. Qui partita dopo partita la squadra si è amalgamata ancora di più sino a giocare una gran bella pallavolo”.
Sul futuro prossimo di questa Italia la bresciana non si sbilancia, ma non mostra né apprensione né paura: “Siamo molto soddisfatte di aver chiuso imbattute le prime due fasi, ma adesso ci aspettano sfide ancora più dure e si ripartirà praticamente da capo. Quando arrivi tra le prime sei squadre al mondo è scontato che dovrai affrontare delle formazioni fortissime, speriamo con il nostro bel cammino di aver creato qualche preoccupazione alle avversarie che incontreremo. Sulla nostra strada adesso ci sono Giappone e Serbia , saranno due partite tostissime e con squadre molto differenti tra loro dal punto di vista tattico, ma quello che sarà importante è come scenderemo in campo e se avremo la stessa la cattiveria che ci ha contraddistinto fino ad ora. Ma non ho dubbi: lo faremo”.