Pallavolo nei giorni del Coronavirus – L’amaro sfogo di Irene Gomiero

“Ho sempre accompagnato i miei post sui social con l’hashtag #ilmiosportèdifferente. Sto cominciando a pensare che non sia vero e che anche ai vertici del pallavolo, come di tante altre discipline, si guardi al ritorno economico e non alla salute delle atlete, atleti e staff. Questo atteggiamento non mi fa solo arrabbiare, mi da proprio la nausea.” Non usa mezzi termini la capitale della CDA Volley Talmassons, Irene Gomiero, che sta vivendo lo stop forzato in appartamento, insieme alla sua compagnia di squadra Sara Ceron e alla sua cagnolina Mila e ha affidato a instagram, negli ultimi giorni, i miei pensieri. A quasi due settimane dal blocco della Serie A Gomiero, come tante colleghe e tanti Club, vorremmo avere delle risposte dai vertici del pallavolo, dal Consiglio o dal Governo in merito al futuro del campionato. “Sicuramente lo stop verrà prolungato dopo il 3 aprile – avverte -, ma ormai la stagione è totalmente falsata: anche dovessimo ricominciare, alcune squadre si ritroverebbero senza straniere, altre faticherebbero a trovare gli spazi per allenarsi. A questo punto chi può decidere lo deve fare: non però nell’ottica di salvaguardare il campionato, gli sponsor, le entrate economiche, ma della nostra salute. Pratichiamo – prosegue – uno sport al coperto, nel quale mantenere le distanze è quasi impossibile, nel quale tocchiamo gli stessi palloni e ci buttiamo a terra. Ora gli allenamenti sono sospesi per tutte le squadre di A2, ma confesso di aver avuto paura. ” La soluzione, per la capitana in fucsia, in sintonia con il suo club, è la sospensione definitiva dei campionati e l’annullamento di promozioni e retrocessioni. “Il prossimo anno – chiarisce -ricominceremo da capo. Credo sia questa soluzione più indolore, anche se capisco la contrarietà dei Club che hanno investito per la promozione. Ma questa situazione non ha colpevoli”. Nell’ultimo post instagram di Irene si legge: ”Ok, siamo atlete, ma siamo persone, siamo figlie, siamo fidanzate, mogli e madri. Vorremmo semplicemente prendere una decisione selezionando davanti a tutto, per una volta, non i soldi, ma il saluto delle ragazze e dello staff ”.