Pallavolo – Sì, chiamiamola SuperLega

(Carlo Lisi per il Corriere dello sport) Che la SuperLega italiana sia il campionato più bello del mondo, è un vanto della nostra pallavolo da decenni, ma quest’anno è difficile non essere d’accordo e contestare la cosa, perché nessun altra torneo nazionale pud vantare tanti campioni, come quelli che inonderanno da domani la nostra Penisola. A rafforzare il concetto è quanto è avvenuto nel corso di una estate in cui i Giochi Olimpici dovevano essere il punto d’arrivo, ma che di fatto sono stati un punto di partenza: nel giro di meno di due settimane l’Italia ha vinto l’Europeo con una squadra “molto” nuova e trionfato a livello mondiale nella più importante categoria giovanile, l’Under 21. Regalando protagonisti freschi ad un torneo che in sede di mercato aveva visto ritorni importantissimi ed arrivi altrettanto significativi. Ci eravamo lasciati con Civitanova campione, con Perugia seconda, con Trento sconfitta in finale di Champions e Modena finita indietro come non accadeva da molti anni. 1k i sono cominciati i fuochi artificio, che hanno rimescolato le carte. L’arrivo di Zaytsev e quello successivo del brasiliano Lucarelli, hanno sicuramente rafforzato la Lube, ma la sorte ci ha messo il suo zampino: lo Zar è stato operato al ginocchio e almeno nella prima parte della SuperLega non ci sarà. Al suo posto giocherà il portoricano Gabi Garcia che dagli States è arrivato con il marchio di qualità. E’ ancora la più forte? Molti ora la mettono alla pari con Perugia, che accanto al fenomeno Leon ha inserito tre big: il nuovo capitano azzurro Giannelli, l’opposto Rychlicki e fatto tornare in Italia Matt Anderson, affidando a Grbic una squadra super. Sulla stessa linea di chi si è conteso l’ultimo scudetto ecco Modena, che di super colpi ne ha messi a segno quattro: ha riportato in gialloblù L’Mvp dei Giochi Ngapeth e con lui il capitano del Brasile Bruno, ha tolto a Civitanova Leal e a Trento Nimir; il più prolifico attaccante in circolazione. Trento ha percorso un’altra strada puntando sull’austerity con sguardo al futuro, con un poker di campioni d’Europa guidato da Michieletto e Lavia, più il ritorno del “monumento” Kaziyski. Ma alle spalle delle “big four” che hanno dominato le ultime annate ci sono le ambizioni di Piacenza, ancora con Bernardi in panchina, che ha formato una diagonale inedita con l’oro di Tokyo francese Brizard in regia e il potente turco Lagumdzija opposto e l’ha unita ad altri grandi protagonisti dell’ultimo campionato; quelle di Monza’ che per la prima volta (tra due settimane) giocherà la SuperCoppa il torneo riservato alle prime 4 dell’ultima SuperLega e della Milano di Roberto Piazza, con l’imbarazzo della scelta tra il bomber campione olimpico Patry e l’uomo in più che ha cambiato la finale europea Romand. I giallorossi di Vibo Valentia guidati ancora da Baldovin cercano un’altra stagione da prima pagina, con il nuovo idolo del Giappone Nishida, accanto ad un terzetto di nazionali brasiliani. Ma sarebbe sbagliato non considerare la nuova Verona Volley, con la vecchia volpe Stoytchev che ha allestito un sestetto di veri giovani talenti.
La lotta per non retrocedere dovrebbe riguardare Padova, Ravenna, Cisterna e Taranto. Sulla carta.
Sarà il campionato del ritorno del pubblico sugli spalti, troppo poco secondo l’opinione dei dub, che giustamente sottolineano che giudizio ed educazione sono le caratteristiche di cui hanno dato dimostrazione in più occasioni i tifosi del volley, che si sentono discriminati rispetto agli spettatori dei cinema o dei teatri, ma forse anche rispetto ad altre discipline solo perché, anche se in grandi Palazzetti si esibiscono al chiuso.
Sarà anche la SuperLega dello streaming totale, perché accanto alla Rai che trasmetterà in tv due gare a settimana ci sarà VolleyballWorld.ty la grande piattaforma che fa capo alla Federazione Internazionale che trasmetterà tutte le schiacciate sottorete in diretta e in doppia lingua in tutto il mondo.

Foto di Michele Benda