Pallavolo – Da Recine a RM9 le mine della SuperLega

(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) E’ la SuperLega dei grandi campioni, con decine di fuoriclasse in campo: medaglie d’oro olimpiche, campioni d’Europa, giocatori di indiscutibile valore, ma al suo interno giocano anche atleti destinati ad un futuro importante nel nostro massimo campionato. Si tratta di elementi con le stimmate del talento ben in evidenza, da considerare come delle mine vaganti che possono cambiare il volto alle gare e forse alla stagione dei club in cui giocano. Ne abbiamo individuati quattro che già nel primo turno hanno mantenuto le promesse della vigilia: l’opposto giapponese di Vibo Valentia, Yuji Nishida, il doppio figlio d’arte di Piacenza Francesco Recine, il ceco di Monza Donovan Dzovoronok e losloveno di Verona Rok Mozic.
Yuji Nishida è tanto bravo quanto particolare come opposto. Attaccante classe 2000 alto soltanto 186cm, dotato di grande velocità di esecuzione, potenza al servizio (in VNL contro la Bulgaria ha piazzato 7 aces consecutivi) e in attacco. Che fosse un gran prospetto lo ha mostrato sin da quando ha iniziato a giocare ad alto livello: a 17 anni ha esordito nella Vleague, a 18 anni ha vestito la maglia della sua nazionale e giocato nel Mondiale, cominciato in una notte magica nel centrale del Foro Italico contro gli Azzurri. E’ arrivato nella Tonno Callipo ed ha mostrato subito tutto il suo repertorio firmando 16 punti.
Francesco Recine in sole tre stagioni ha scalato le gerarchie del volley italiano, il titolo di campione d’Europa conquistato nella “truppa” di De Giorgi a Katowice è come una patente, per un ragazzo che ha allespalle due sole stagioni di SuperLega. Da papà Cisko (oggi gm di perugia) e mamma Betty Bigiarini (161 maglie azzurre nel suo passato sotto rete) ha imparato a lavorare per raggiungere i risultati sportivi. A dispetto dei suoi soli 186 cm di altezza il ragazzo di Ravenna (ma cresciuto nella scuola della Lube che ancora detiene il suo cartellino) raggiunge grandi misure in attacco ed a muro, difese e riceve: insomma ha tutto per diventare uno dei personaggi della SuperLega di oggi e di domani.
Donovan Dzavoronok è il “più” vecchio di questo quartetto. Classe 1997, gioca con la maglia del Vero Volley Monza già da 5 stagioni, in cui ha collezionato 151 partite. La pallavolo è un “vizio” di famiglia: suo nonno Marek Pakosta ex-beacher di livello internazionale pochi giorni fa è stato confermato presidente della Federazione Ceca; papà Milan è stato tra gli avversarie degli azzurri nell’indimenticabile Mondiale del 1990. Donovan anno dopo anno ha compiuto grandi progressi non solo tecnici, ma anche sul piano della continuità in campo. Forte in attacco, ma anche al servizio lo scorso anno è stato forse il più grande artefice della sorprendente qualificazione del Vero Volley Monza alle semifinali dei play off scudetto. Domenica scorsa è andato “in prima linea” nell’assalto che ha fatto cadere Modena.
Per ultimo abbiamo lasciato Rok Mozic, sloveno di 19 anni. Forse il meno conosciuto di questi giovani attaccanti, ma in prospettiva quello destinato a compiere le più grandi imprese. Il 2021 sicuramente è un anno che non dimenticherà: campione sloveno indoor, campione europeo U20 sulla sabbia, in campo contro l’Italia nella finale di EuroVolley. E poi l’esordio nel più famoso campionato al mondo, la SuperLega. Il padre Peter, ex giocatore, ha già pianificato gli step del suo futuro. Nonostante le sirene di Perugia lo ha mandato a giocare a Verona, sotta la cura del maestro Stoytchev, intanto ha già lanciato una linea di abbigliamento a suo nome “RM9”… In campo si muove da primattore, tecnicamente e fisicamente sembra un giocatore già fatto pronto a prendere il volo. L’opinione di tanti è che il grande volley è il suo habitat naturale.