Pallavolo Libri – “Dal buio all’oro”: da domani in libreria l’autobiografia di Bruno Mossa de Rezende

Da domani, martedì 18 aprile, è disponibile in libreria “Dal buio all’oro”, l’autobiografia di Bruno Mossa De Rezende, uno dei più grandi giocatori di pallavolo a livello mondiale attualmente in forza alla Valsa Group Modena.
“Dal buio all’oro: con passione e forza ho schiacciato i miei fantasmi e vinto tutto”. Così recita la prima pagina del libro, un racconto intenso e sincero scandito dalle vittorie, ma che permette di scoprire i labirinti psicologici nei quali può perdersi un atleta di altissimo livello, per poi ritrovarsi più forte di prima.
L’autobiografia, edita dalla casa editrice Rizzoli, è stata curata da Gian Paolo Maini, giornalista e responsabile dell’ufficio stampa di Modena Volley, e da Davide Romani, giornalista de “La Gazzetta dello Sport”, ed è introdotto dalla prefazione del calciatore Neymar Jr.
“Sento la tensione iniziare a salire. Niente di strano: è normale quando si avvicina una partita importante. Eppure a poco a poco mi rendo conto che non è solo adrenalina quella che ho in corpo. Oggi ho i muscoli tesi, i nervi tirati. Bevo, ma ho la bocca secca. Abbasso lo sguardo e vedo le mie mani agitarsi, scosse da un leggero tremolio”.
Cosa succede quando sei il palleggiatore della Nazionale del tuo Paese, una squadra che ha vinto tutto, e improvvisamente nella tua testa compaiono fantasmi, insicurezze, dubbi, troppe domande al momento sbagliato? Il tutto complicato dal fatto che l’allenatore di quella squadra è tuo padre, uno dei coach più vincenti della storia?
La carriera nella pallavolo di Bruno Mossa de Rezende è segnata da una cicatrice: c’è un prima e c’è un dopo. La data che fa da spartiacque è quella del 12 agosto 2012: nella finale olimpica di Londra si affrontano Brasile e Russia e i verdeoro perdono incredibilmente dopo essersi trovati in vantaggio di due set. Da quel momento Bruno sprofonda in un buco, «esco, sempre, e bevo, sempre. Fuggo da casa per non restare solo con i miei pensieri, e finisco sempre per ritrovarmi in un bar o a una festa. A quel punto bevo sino a quando mi sento anestetizzato». Toccato il fondo, non è scontato riuscire a risalire ma Bruno ce la fa: accetta di farsi aiutare, inizia a lavorare su sé stesso, scopre la mindfulness e re-impara piano piano a concentrarsi, a disincagliarsi da quel momento sportivamente drammatico. Il premio di questo cammino è un palmarès straordinario che trova il suo apice nella medaglia d’oro conquistata alle Olimpiadi di Rio nel 2016, proprio davanti al suo pubblico, e che negli anni si arricchisce del Triplete italiano con Modena (squadra in cui milita attualmente), una Champions League e un Mondiale per club con Civitanova e del ruolo di portabandiera ai Giochi di Tokyo 2020.