Pallavolo Bulgaria – Il Tas ha stabilito che Vladimir Nikolov, positivo al controllo anti-doping a Londra 2012, deve restituire i riconoscimenti ricevuti

L’ex-giocatore bulgaro Vladimir Nikolov, il papà dello schiacciatore della Lube Aleksandar, dovrà restituire i riconoscimenti ricevuti ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Lo ha stabilito il Tas, per una violazione del regolamento anti-doping avvenuta in occasione dell’Olimpiade londinese, in cui la Bulgaria si è classificata al quarto posto alle spalle degli Azzurri di Mauro Berruto.
Come racconta il portale segabg.com, Dai documenti sul caso risulta chiaramente che il campione di Nikolov è stato prelevato il 29 luglio 2012, dopo la gara del torneo olimpico Bulgaria-Gran Bretagna. L’analisi iniziale è stata effettuata presso il laboratorio accreditato dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) a Londra utilizzando “i metodi allora disponibili” e all’epoca è risultata negativa per le sostanze vietate. Su insistenza del CIO, i resti del campione (il resto del campione A e tutto il campione B) furono successivamente trasportati per la conservazione a lungo termine al laboratorio WADA a Losanna. E dopo l’introduzione del programma del Comitato Olimpico di ritestare tutti i campioni di Londra 2012, sono stati nuovamente analizzati nel 2019.
Nel secondo test, nel campione di Nikolov (che ha concluso la sua carriera agonistica nel 2015) è stata riscontrata la presenza del metabolita metiltestosterone, una sostanza vietata del gruppo degli steroidi anabolizzanti. Dopo aver consultato l’International Testing Agency (ITA), è stato confermato che l’atleta non aveva l’autorizzazione medica per utilizzare tale sostanza. Lo stesso Nikolov ha praticamente ammesso la sua colpa con la frase: “In breve, sì, sono colpevole. Ero presente all’apertura del mio campione B e la sostanza era nelle mie urine”.
Nelle sue successive spiegazioni al TAS, ha affermato di non aver mai fatto uso di doping intenzionalmente e di non avere idea di come questa sostanza sia entrata nel suo sistema.

Foto di Fiorenzo Galbiati