Pallavolo volley transfers – Dragan Travica: “Perugia? Le voci sono vere”

Drago Travica ammette di essere vicino a Perugia. Intervistato da Diego Zilio per Il Mattino di Padova, l’ex-capitano azzurro, con la consueta spontaneità parla del suo futuro, della contrattazione per la riduzione degli ingaggi.
VERSO PERUGIA – “Le voci sono vere, ma il mercato in questa fase è sospeso. Io, per una questione di rispetto verso questa maglia, avrei voluto terminare la stagione, centrare i playoff e poi pensare al prossimo campionato. A Padova, però, non si ha ancora un quadro di come sarà il futuro e non ho ricevuto proposte. Perugia invece si è fatta avanti e, come sapete, è una società che mi potrebbe consentire di raggiungere obiettivi importanti. Ho sempre pensato che se mai avessi lasciato Padova sarebbe stato solo per una realtà così ambiziosa, in grado di competere peri trofei che ogni giocatore sogna di vincere”.
PADOVA CASA MIA – “Sì, e avrei voluto batterne altri. Chissà che non possa farlo più avanti, perché questa è casa mia: ho legato con dirigenza, compagni e staff, sono nato e vivo a Padova e mi piacerebbe tornare per chiudere la carriera qui. Sono stati tre anni molto belli e in questo campionato, finendo la stagione regolare al sesto posto, sono convinto che ci saremmo potuti togliere qualche soddisfazione ai playoff, perché non avremmo incrociato Civitanova e Perugia, e con le altre abbiamo dimostrato di potercela giocare”.
INIZIO MERCATO – “Risolta la questione stipendi, i club avranno più chiaro il quadro delle risorse a disposizione e inizieranno a muoversi”.
TRATTATIVA STIPENDI – “Una trattativa difficile. Noi giocatori per primi ci siamo voluti togliere una parte degli stipendi e siamo ben consapevoli della situazione che stiamo attraversando, ma avevamo completato il 90% dell’attività e non aveva proprio senso sentirci proporre di ricevere il 60% di quanto pattuito a inizio stagione, come hanno proposto alcune società. C’è stato un passo avanti da parte dei club, ma secondo me doveva essere fatto prima”.
NIENTE PROFESSIONISMO – “Lo temo anch’io. Era un tema in auge, ma senza risorse è impensabile riproporlo. Credo, però, che proprio questa crisi possa far capire che un sistema professionistico sarebbe servito: i giocatori non sono tutelati e sono lasciati allo sbando, oggi è evidente. Spero che una svolta arrivi, ma non sono ottimista”.