Pallavolo Storie – Rosamaria Montibeller: “Grazie all’aiuto professionale di Lavarini ho superato la depressione”

La brasiliana Rosamaria Montibeller è alla terza stagione nella nostra serie A1, prima Perugia, poi Casalmaggiore ora con la maglia di Novara, anno dopo anno sono cresciute le sue aspettative. Tornata in nazionale in tempo per giocare le Olimpiadi, con cui ha vinto l’argento a Tokyo, in una bella intervista riportata di Paolo Favero per terra.com.br svela anche alcuni particolari della sua e della sua carriera. In particolare racconta della depressione che ha avuto a fine 2017, superata anche grazie a Stefano Lavarini che oggi è il suo allenatore a Novara.
VITA A NOVARA – Com’è stata la tua vita in Italia?
“A parte il problema della pandemia, professionalmente sono molto contento di essere qui al Novara, un club che ha grandi obiettivi, anche se sto giocando meno di quanto vorrei. Ho sfruttato le opportunità e sono cresciuto in formazione. Mi piace la struttura del club e abbiamo fatto un buon campionato. Soffriamo di casi di covid nel gruppo, ma stiamo bene”.
CULTURA DEI NONNI – Hai uno stretto rapporto con la cultura italiana, grazie a Nova Trento, la tua città in Brasile. Le cose sono simili a ciò che ricordi della tua infanzia e dei tuoi nonni?
“Sono cresciuto in una cultura italiana, ma è la quinta generazione già mista a brasiliani. È molto simile il modo in cui le persone parlano, anche il cibo. Non mi sono mai sentito davvero uno straniero, anche perché sapevo parlare la lingua. Sembra di essermi trasferito da una città all’altra, non da un paese all’altro. Hanno anche gli stessi colori della mia città, quindi è stato tutto facile”.
STEFANO LAVARINI – Come sta andando l’adattamento alla squadra, soprattutto avendo un allenatore che ti ha allenato in Brasile come Stefano Lavarini?
“Questo aiuta molto. Parliamo di scuole di pallavolo e, dato che Stefano ha attraversato il Brasile, capisce la mia visione del gioco e possiamo comunicare bene”.
LA DEPRESSIONE – Hai avuto la depressione nel 2017 e hai passato due anni cercando di uscirne. Com’è stato quel processo?
“È iniziato alla fine del 2017 e ho trascorso quasi tutto l’anno 2018 a curare e combattere la malattia. È difficile spiegare da dove viene, come viene… L’anno 2017 è stato meraviglioso. Ma poi Stefano, al Minas, si è accorto che qualcosa non andava e si è seduto con me a parlare. Ha detto che poteva aiutarmi. Questo mi ha tolto un peso dalla schiena. Inoltre non sapevo cosa stesse succedendo. Sono andato a cercare aiuto, sapevo che quel comportamento non era mio. Sono tornato e ho ricevuto un aiuto professionale. Sono stati mesi di lotta e grazie a Dio tutto ha funzionato. La terapia è molto importante. Fu in quel momento che decisi di fare dei cambiamenti nella mia vita”.
LA BELLEZZA – Sei sempre stata considerata una bellissima giocatrice e spesso il tuo talento è passato in secondo piano. Come l’hai gestito?
“Non ha mai influenzato il mio lavoro. Questo è divertente perché spesso lo vedono come un problema. Non ho mai pensato che fosse giusto che le persone misurino il mio lavoro in base alla bellezza e non in base a ciò che ho fatto in campo. Ma trovarmi bella, seguirmi, non mi ha mai infastidito. Le persone limitano molto. Non sono solo un giocatore di pallavolo, sono anche una persona. E lo vedo come un complimento che molte persone pensino che io sia così”
IL FUTURO- Pensi di tornare alla pallavolo brasiliana?
“Nel mio progetto non tornerei in Brasile adesso, ma dipende dal mercato e non so cosa farò la prossima stagione. Vorrei restare in Europa”.

Foto di Fabio Cucchetti