Pallavolo Storie&Personaggi – L’affascinante nuova dimensione francese di Luca Vettori

Pallavolo Storie – L’affascinante nuova dimensione francese di Luca Vettori
(Le interviste di Laerte Salvini per iVolleyamagazine.it)
Da due stagioni non è più protagonista sui nostri campi e e la SuperLega ha perso parecchio, perché Luca Vettori con le sue schiacciate e le sue riflessioni è stato qualcosa di diverso e particolare per la pallavolo italiana. Trionfi e medaglie hanno contraddistinto una carriera che probabilmente gli avrebbe potuto dare molto di più, ma un argento Olimpico, un Mondiale per club, uno scudetto esaltante con la maglia di Modena e tanto altro ne fanno un grande dell’ultimo decennio.
Dopo anni passati tra Superlega e nazionale Luca Vettori ha trovato la sua dimensione a Narbonne in una città ambiziosa e dal profilo storico culturale di rilievo: ”La prima parte di stagione è stata avvincente. Il campionato francese è una novità per me e anche la squadra nelle prime uscite doveva fare un po’ di rodaggio ma si può parlare di un bilancio positivo. La vita all’estero è affascinante ma una volta arrivato bisognava prendere le giuste misure. Narbonne è arrivata grazie alla chiamata dell’allenatore e al desiderio di giocare a un buon livello. Conoscevo già e ho stima dei tecnici Falasca e Tubertini, poi indubbiamente la qualità della vita e il collocamento geografico hanno influito. Mi sarebbe piaciuto giocare in Italia ma ci sono opposti più forti, anche italiani e in accordo con il procuratore abbiamo dovuto regolarci di conseguenza. Il livello del campionato è importante per me, ma conta anche la qualità della vita. Ci sarebbero state soluzioni con un livello più alto, ma la vita nel quotidiano sarebbe stata legata esclusivamente alla pallavolo.”
Vettori è reduce dall’esperienza in Cina a Shanghai dove causa covid il campionato non è mai iniziato: ”L’esperienza cinese si potrebbe dividere in due: una prima parte in cui eravamo ottimisti per poter giocare ed entrare in questa bolla, in una modalità applicata poi in questa stagione. A marzo l’ottimismo ha lasciato spazio al presagio che il campionato non potesse iniziare anche se fino all’ultimo la società sperava in un minitorneo. Il lockdown per noi è stato un po’ più semplice in quanto avevamo delle strutture dove andare e potevamo stare nei limiti in spazi aperti”.
Lo stress in Superlega dovuto ai tanti impegni è tangibile, fattore che ha portato a molti infortuni: ”Questa situazione c’era già da quando giocavo io dove per chi sta in nazionale in particolar modo la situazione è allarmante. Quando si è giovani si tiene il ritmo, ma poi quando gli anni si accumulano anche a livello mentale l’atleta ne risente. In Francia squadre che fanno la Champions come Tours sono in una situazione simile. Noi abbiamo dei turni infrasettimanali ma meno rispetto al calendario italiano. Come in Italia c’è l’AIP anche in Francia c’è un comitato, che è piuttosto attivo e ha chiesto un contatto a noi giocatori stranieri. Qui c’è già il professionismo, come in Italia si sta provando a fare, giocatori e società godono di maggior tutela e benefici, sia a livello di calendario che di condizioni economiche. Nel momento in cui ogni match assume una certa importanza penso che sia facile tralasciare qualcosa. Si dovrebbe ampliare il discorso alla Lega per capire cos’è più importante per loro”.
Nel “Piccolo Manifesto” scritto nel 2013 dallo stesso Vettori venivano messe in evidenza problematiche ancora oggi attuali come la comunicazione: ”Ad oggi ci sono stati dei cambiamenti evidenti, basta vedere a come gestiscono i social le grandi squadre come Modena e Trento. Qui a Narbonne si cerca di spettacolarizzare molto la partita per attirare un vasto pubblico all’evento. Credo che il nostro sport debba trovare una sua identità senza seguire a macchia le altre discipline anche se il fattore show resta ad oggi molto importante. Spero che i recenti successi della nazionale, non restino episodi singoli, ma che siano l’inizio di uno storico per il movimento”.
Tra i nomi facilmente associabili all’opposto azzurro c’è Matteo Piano, capitano di Milano e socio di “Brodo di Becchi”, associazione fondata assieme a Vettori: ”Tra di noi c’è un’amicizia fraterna. Quando abbiamo giocato nella stessa squadra eravamo l’uno la spalla dell’altro. Nei viaggi fatti con la nazionale abbiamo esplorato tanti posti. Ora c’è sicuramente una mancanza da parte mia perché Cina e Francia non hanno aiutato Brodo di Becchi, ma sono sicuro che saremo in grado di dare nuova energia al progetto”.