Pallavolo Storie – La neo dottoressa Lia, racconta le origini del suo momento no, come lo ha vissuto e superato

A Firenze la bravura di Ofelia Malinov è tornata a brillare. Con lei in campo Il Bisonte ha trovato una marcia importante, e soprattutto, anche nel giorno della sconfitta al PalaWanny contro Vallefoglia ha mosso la classifica e fatto vedere un gioco concreto. Intervistata da Stefano Del Corona, la neo dottoressa Lia, fresca di laura ha raccontato cosa ha provocato il momento difficile che ora sul campo sta dimostrando di avere superato.
SICUREZZE INCRINATE – “E’ stato un periodo veramente difficile quello, perché si sono incrinate tutte le mie sicurezze. E’ stato messo in discussione il mio modo di fare ed è stato tosto, perché avevo raggiunto un livello di maturità, di sicurezza, veramente alto. Per motivi che non ho capito non sono stata nelle scelte dell’allenatore. Eppure la Nazionale per me è sempre stata un qualcosa di importante, ho sempre cercato di dare il mio apporto a questa maglia e mi è dispiaciuto tantissimo non vivere da protagonista il Mondiale “.
NON AVEVO SPAZIO – “Ho fatto fatica a trovarmi in un ruolo in cui non riuscivo ad esprimermi e a non avere tutto lo spazio che pensavo di meritare. E quel poco che avevo a disposizione in campo non mi è stato d’aiuto. Tornando dalla Nazionale avevo bisogno di ritrovare le mie sicurezze e per una serie di motivi questa cosa non è stata possibile a Scandicci… la possibilità di approdare a Firenze è stata una manna dal cielo per me… “.
MAZZANTI – “Con Davide ho sempre avuto un bel rapporto, ma dopo quello che è successo non ci siamo più confrontati, non abbiamo avuto modo di parlare e quando ci sarà la possibilità lo faremo. Ma la Nazionale per me non è un capitolo chiuso, anche perché il mio voler ritrovare le sicurezze è anche da intendere in quest’ottica”.
IL DIVORZIO CON SCANDICCI – “Con Scandicci si è creata una situazione per la quale non c’era modo di andare avanti. Non c’era la possibilità di stare in campo e di darmi una mano, magari sacrificare qualcosa nell’immediato per ottenere di più dopo. Sono stati loro a prendere questa decisione, ma io l’ho accettata perché penso che nella vita di un’atleta possa succedere di separarsi. Mi dispiace perché quella era una società nella quale sono stata parecchi anni e tenevo a quella maglia. E’ stato un colpo duro, ma non tutto il male viene per nuocere… Cambiare società e ambiente mi ha dato una mano e sono felicissima”.
PERCHE’ FIRENZE – “Sì, c’era la possibilità di andare a Novara, ma se è per questo ne avevo anche altre di proposte. Ma per diversi motivi ho scelto Il Bisonte. Quali? E’ una società che mi ispirava fiducia, anche perché i dirigenti mi hanno fatto capire che puntavano su di me e sentivo che avrei potuto dare una grande mano e anche ricevere aiuto al contempo. Poi conoscevo Carlo Parisi e sapevo cosa avrei trovato con lui e in che modo avremmo lavorato… “.