Pallavolo Altro – VC G. Callipo stigmatizza l’abbandono alla SuperLega: “La passione per il volley non è finita, ma il percorso identitario è ora lungo e tortuoso

In redazione nella giornata di ieri è arrivato un lungo comunicato del Volley Club “G. Callipo”, che pubblichiamo integralmente-
La fine di una storia d’Amore è sempre dura da digerire, è un lutto lungo e complicato da elaborare. E la nostra è stata una storia d’Amore con la A maiuscola, fatta di passione infinita, legami forti e di un attaccamento viscerale.
E così la mente dapprima vola nel ricordo dei momenti belli e delle gioie incommensurabili: le tre promozioni in Serie A1, le quattro Coppe Italia e la Supercoppa di A2 (il triplete!), ma anche le finali di Coppa Italia e Supercoppa contro la Sisley Treviso, la fantastica serie play-off contro la Itas Diatec Trento infrantasi contro Kaziyski, il 5° posto in epoca pandemica, l’Europa sfiorata per un solo punto. Gli occhi si riempiono delle immagini dei grandi giocatori che hanno calcato il suolo Vibonese con la maglia giallorossa, solo per citarne alcuni: Rosalba, Lasko, Murilo, Pascual, Priddy, Anderson, Rapha, Tencati, Cisolla, Farina. Ma anche personaggi iconici come Michele De Giorgi, Totò Ferraro e Fosco Cicola. Ed ultimi, ma non ultimi, gli eroi del triplete festeggiato fino a pochi giorni fa.
Gioie che per noi hanno significato tutto, un vanto ed orgoglio per un territorio complicato dove le opportunità sono esigue e le occasioni di avere una vetrina positiva ancor meno. Gioie di cui saremo eternamente grati alla Famiglia Callipo. Infatti, il nostro è sempre stato un supporto incondizionato alla causa, una fiducia illimitata concessa al Presidente ed a tutti i suoi collaboratori che nel tempo si sono succeduti. Per loro si è reagito con unità e vicinanza anche ai momenti negativi, alle retrocessioni, ai campionati deludenti, ai passaggi a vuoto.
Per il bene comune si sono deglutite decisioni non condivisibili come il cambiamento di denominazione in Calabria Volley, la cessione del titolo a Milano, il trasferimento della squadra a Reggio Calabria prima, la proposta di giocare le gare importanti in altri palazzetti della Regione poi. Le ripetute minacce di non iscrivere la squadra ai campionati professionistici. A tutto questo abbiamo reagito con fermezza, sempre schierandoci a favore della Società e del Gruppo. Ed è per questo motivo che oggi ci è ancor più difficile digerire la decisione presa che, seppur supportata da nobili motivazioni, è stata gestita e comunicata in maniera del tutto discutibile.
L’illusione e l’attesa che si era creata nell’ambiente ha contribuito a rendere ancor più cocente la delusione. E non può essere qualcosa di scontato chiedere che lo stesso Amore e lo stesso supporto possano spostarsi su un progetto diverso e mai condiviso quale il passaggio alla femminile o altro ancora. Ancor di più perché questo significherebbe che la reale motivazione dietro l’abbandono del sogno Superlega, che da 23 anni ci unisce, sarebbe solo parzialmente di natura economica e relativo alla crisi in atto. Avremmo voluto che vi fosse stato un percorso condiviso, che si fossero fatti seri tentativi negli anni per reperire supporti o piani alternativi fra le aziende operanti sul territorio provinciale e nazionale per far sì che il volley a Vibo Valentia non restasse solo un giocattolo personale. Perché la pallavolo di Superlega a Vibo Valentia era ormai diventata patrimonio di tutti. Patrimonio dei tifosi.
Abbiamo atteso 15 giorni prima di esporre il nostro pensiero, abbiamo voluto confrontarci prima con la Dirigenza e poi con i Soci tutti (nel corso dell’Assemblea Plenaria tenutasi ieri). Insomma: volevamo essere sicuri che non si trattasse solo di un brutto sogno o di uno scherzo. Ma ora è tempo di guardare avanti. Il Club rappresenta un punto di riferimento per la Città, e vorremmo che non si disperdesse il capitale umano e sociale costruito negli anni. Ad oggi, a 20 anni dalla sua nascita, il Volley Club deve iniziare una seria riflessione sul suo futuro, appena vi saranno informazioni più chiare. La passione per il volley non è finita, la passione per la nostra terra non è finita. Ma il percorso identitario è ora lungo e tortuoso.