Pallavolo Storie – Gabriele Nelli voglia di giocare

(Rosita Mercatante per iVolleymagazine.it) “Inizia ora la parte più importante della stagione”. Le parole di Gabriele Nelli, a distanza di poche ore dalla chiusura della regular season di Superlega, diventano la formula più efficace per evocare la forza e l’attenzione della squadra gialloblù, prima di varcare la soglia dei play off. “Il posizionamento in vetta alla classifica è una bella soddisfazione che deve servirci come trampolino di lancio per affrontare la complicata fase della post-season. Saranno partite diverse da quelle di Campionato, in cui dovremo esprimere il meglio prima possibile, cercando così di chiudere la serie nei primi tre turni” afferma, a mo’ di avvertimento, l’opposto toscano tornato in campo nelle ultime settimane, dopo quasi tre mesi di stop forzato a causa di un’infiammazione della cartilagine del ginocchio. Ha tenuto botta all’ennesima avversità Gabriele Nelli e, adesso, può finalmente dimostrare la sua voglia di giocare. Chiamato in causa per dare manforte alla squadra e per permettere al suo pari ruolo Kamil Rychlicki, alle prese con un problema alla spalla destra, di prendere fiato, ha dato sfogo al suo entusiasmo: “Dopo aver seguito un programma di lavoro differenziato fino all’integrazione graduale, posso dire di essere in netta ripresa. Sono contento di trovare spazio e di poter dare il mio contributo in un momento cruciale del campionato”.
INTERVENTO RISOLUTIVO – Non ha dubbi sul fatto che, questa stagione a Trento, dopo tante traversie, rappresenta per lui quella della rinascita: “Sono grato alla Società che negli ultimi due anni mi ha aiutato molto. Abbiamo cercato insieme la soluzione migliore per i problemi alla schiena e siamo riusciti a spezzare la catena di tanti tentativi risultati fallimentari. L’intervento chirurgico, a cui mi sono sottoposto nel giugno del 2022, è stato risolutivo. Ho sentito fin da subito dei miglioramenti e ho ritrovato la carica per vivere nuovamente le sfide del grande volley”.
A fare la differenza in un percorso segnato dalle vicissitudini è stato il prepotente desiderio di tornare alla ribalta e onorare il suo talento: “Non è stato facile perché gli eventi negativi, uno dietro l’altro, si sono susseguiti senza darmi tregua. Sono stato forte perché volevo tornare il giocatore che ero. Anzi più forte di prima. Questo obiettivo mi ha sorretto anche nei momenti più critici”. Da vero guerriero ha affrontato gli ostacoli senza sprecare energie e tempo per piangersi addosso, supportato da un ambiente, che considera la sua seconda casa, e dal conforto della sua famiglia. Orgoglioso di far parte di un gruppo coeso in cui regna l’armonia: “Chiunque ci osservi dall’esterno, nota la sintonia che c’è tra noi. Ci divertiamo anche in campo”. D’altronde con il suo sorriso e la sua rinomata bontà d’animo non si fatica a credere che l’atleta, classe ’93, sia stato capace di stabilire un’atmosfera di fiducia e complicità con tutti. Tra vecchie e nuove conoscenze: “Ho rincontrato Sbertoli, con cui ho condiviso parte del percorso in Nazionale, e ho ritrovato Oreste Cavuto, anche lui a Trento da tanti anni”.
ESPERIENZE – Nel suo bagaglio due esperienze all’estero di cui, a distanza di tempo, riesce a tirare le somme con lucidità: “La stagione in Russia è stata formativa, al di là dei risultati e delle problematiche che ci sono state verso fine stagione. La difficoltà maggiore era legata alle trasferte in quanto bisognava fare i conti con viaggi molto lunghi e diversi fusi orari. Anche le basse temperature non erano incoraggianti! In Francia sono stati mesi di passaggio. Ero arrivato con un problema alla schiena che mi portavo dietro dall’anno prima e che non mi ha permesso di giocare molto. Poi è arrivata la chiamata di Vibo dove c’era una situazione difficile culminata con la retrocessione”.
In un gioco di compensazione tra pregi e difetti, si definisce “socievole e permaloso”. Non si sottrae all’interazione virtuale: “Mi capita spesso di rispondere ai messaggi di ragazzi che mi chiedono consigli sul mondo della pallavolo o vogliono conoscere la mia storia. In generale mi piace pubblicare dei contenuti per raccontare la mia quotidianità”.
Anche lui da giovane aveva dei modelli di riferimento: “Quando facevo parte del Settore Giovanile, qui a Trento, ho avuto la fortuna di conoscere grandi campioni da Matej Kazijski a Jan Štokr, Tzvetan Sokolov, Osmany Juantorena. Tutti giocatori che ammiravo e che avevo la fortuna di osservare da vicino mentre si allenavano. In particolare dagli opposti cercavo di apprendere i gesti tecnici. A livello umano nutro grande stima per Kazyiski, un vero fuoriclasse. Con lui ho un bel rapporto”.
LA FAMIGLIA – Unico sportivo della famiglia da cui ha ottenuto comprensione e sostegno per la sua scelta: “I miei genitori mi sono sempre stati molto vicini. Abbiamo fatto tanti sacrifici soprattutto nei primi anni del mio trasferimento”. Anche la donna della sua vita, Florinda, ha contribuito a dare stabilità al suo percorso professionale: “Il nostro è un rapporto di coppia decennale, tra fidanzamento e matrimonio, che poggia su basi molto solide. Abbiamo fronteggiato la lontananza e i vari spostamenti. Traggo molta forza dal nostro legame, alimentato anche dalla condivisione di interessi comuni”.
Amante della natura e delle passeggiate all’aperto, nel tempo libero Gabriele coccola i suoi amici a quattro zampe e si dedica alla pesca: “Fino a qualche mese fa avevamo un alano di otto anni, Pongo. Adesso ci fa compagnia Maya, una meticcia che ho trovato a Vibo Valentia e che abbiamo adottato. La pesca è la mia grande passione. Ho una stanza piena di tutte le attrezzature per praticare svariate tecniche. I torrenti e i laghi del Trentino sono ideali per catturare lucci e trote, mentre il mare della Toscana è perfetto per le uscite in barca. Mi diverto molto e qualche volta, arriva anche qualche bella sorpresa…come un tonno di oltre 60 Kg!”.
E poi c’è il sogno della maglia azzurra: “Mi piacerebbe tornare a vestirla visto che negli ultimi due anni sono rimasto fuori dal giro. Sia per le mie problematiche fisiche sia perché non sono rientrato nelle scelte tecniche. Non dimentico quello che abbiamo fatto negli anni scorsi dalla World Cup in Giappone, al torneo di qualificazione olimpica a Bari. Mi aspetto sempre che la chiamata arrivi. Mai dire mai: sono pronto a dare il massimo”.