#Pallavolo SuperLega – La sopravvivenza di Piacenza sempre più difficile

Si restringono i tempi e i margini per far si che la Lpr Piacenza possa continuare a giocare nella SuperLega. Ieri si è svolto l’incontro promosso dai Lupi Biancorossi per parlare del futuro del club emiliano. Hanno partecipato una cinquantina di person: nessun imprenditore. Presenti  il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, l’amministratore delegato della Legavolley Massimo Righi, oltre naturalmente ai dirigenti biancorossi e anche Aimone Alletti e Alessandro Fei, giocatori della stagione appena conclusa. Dai discorsi non è emerso nessun fatto veramente nuovo. Guido Molinaroli ha annunciato le sue prossime mosse che lasciano pensare ad una fine vicina: “Entro 10 giorni, indipendentemente dalle risposte che ci saranno, – come riporta piacenzasera.it – il sottoscritto, ad autotutela giuridico-legale, metterà la società in liquidazione, cercherà se possibile di vendere il titolo ad altri, metterà in vendita i beni di proprietà dell’azienda e cercherà di fare massa monetaria più alta possibile per pagare debiti verso tesserati e fornitori. Questo perchè sappiamo che ogni pezzo che venderemo servirà per pagare i debiti; se qualcuno viene in società vedremo la differenza tra debiti, crediti e beni, ma se non ci sarà nessuno questa sarà la giusta fine di tutte le società, non solo sportive. Altre soluzioni non ne ho”.

L’AD di Lega Massimo Righi ha ricordato il poco tempo rimasto: “Nel caso in cui si volesse costituire una new company che acquisti il titolo dall’attuale società Biancorosso Volley – ha precisato Righi – il termine, deciso oggi nell’assemblea di Lega, è il 10 giugno; per operare il trasferimento di titolo bisogna avere soddisfatto tutti i crediti sportivi, cioè quelli che riguardano i tesserati, le altre società e le istituzioni. Per l’iscrizione al campionato la scadenza invece è quella del 3 luglio”.

Un pizzico di speranza la offre solo la proposta dell’on. Tommaso Foti che ha proposto di lanciare “un ultimo significativo appello ai pochi imprenditori che potrebbero risolvere la partita”. “Convochiamo – ha detto – quelle 4 o 5 persone che potrebbero dare una mano per chiedere loro se vogliano scendere in campo esplicitando le condizioni: se ci diranno di no prenderemo atto che la pallavolo a questo livello non viene più considerata attrattiva come in passato”.  Chissà che in extremis qualcosa si smuova.