Pallavolo Storie – Lucia Bacchi saluta: “Per me la pallavolo è stata in primis una grande passione”

(Sergio Martini per iVolleymagazine.it) La sua carriera ha abbracciato almeno 3 generazioni di pallavoliste, per 19 campionati ha calcato i campi di serie A. Due Champions vinte con Bergamo e la sua Casalmaggiore. La promozione in A1 con Vallefoglia è stata l’ultima avventura nella pallavolo, il suo canto del cigno di Lucia Bacchi.
Lei che è stata un esempio di dedizione al volley da quando a 11 anni ha cominciato a giocare. Ha deciso di appendere le ginocchiere al chiodo o quantomeno di abbandonare il volley dopo che già un anno fa ci aveva pensato seriamente. “Mi hanno convinto a continuare e non mi andava di finire… col Covid la mia carriera, anche se lavorando sapevo che la sfida che avevo accettato era molto pesante. Ho vinto la scommessa ed è stato un bel modo di chiudere con lo sport che ho tanto amato. Ma le energie si sono prosciugate e a 40 anni è venuto il momento di pensare ad altro, anche se la passione che ho da quando ero piccola non scomparirà di certo. Penso a qualcosa di più tranquillo, i tempi di recupero non sono quelli di vent’anni fa ed è arrivato il momento di scalare una marcia. Ho iniziato a 11 anni a Casalmaggiore e a 14 ero già fuori casa. Tanti pensavano che non avessi i mezzi fisici per fare bene ma ho sempre pensato che il lavoro duro paga a impegnandomi avrei fatto bene; ho avuto ragione”.
“Ogni anno di serie A è stato importante e un salto di qualità. Ci ha raccontato a ruota libera Lucia – A Bergamo ho cominciato a conoscere l’A1, gli anni di Casalmaggiore mi hanno portato a giocare il mondiale per Club, ma anche quando ho smesso di giocare e mi sono data al beach (in cui ha vinto un tricolore) ho poi vinto a Bolzano in A2: Coppa Italia e campionato. Tutti gli anni hanno avuto la loro importanza. Poi ho vinto la Champions con la squadra del mio paese e non credo sia mai capitato. Sul tetto d’Europa, non male davvero. Ho giocato con delle campionesse ma non faccio distinzione di A1 o A2 anzi, è la voglia di lavorare che fa la differenza e ho legato con tutte. Non voglio fare nomi e mi ritengo fortunata perché ho giocato con grandi giocatrici e ho avuto allenatori molto preparati”.
“In poche parole cosa è per ma la pallavolo è in primis una passione, in secondo luogo lavoro. Per me è stata sempre impegno vissuto seriamente in ogni allenamento. Poi è fonte di gioie e di dolori e nel mio caso più di gioie. Per il mio carattere ho sofferto molto la mancanza dei tifosi alle partite ma spero che si torni presto alla normalità perché ti aiuta dentro e fuori dal campo. Adesso mi devo riposare un attimo e pensare a cosa vorrò fare. – poi Lucia ha chiuso le sue confidenze – Mi mancherà soprattutto la competizione, la partita che preparavo per giocare dopo una settimana di allenamenti, il premio finale”